Einaudi agli Stati europei: esistere uniti o scomparire!
“Le invenzioni prodigiose dei cent’anni passati hanno reso l’Italia, la Francia, la Germania altrettanto assurde come lo erano divenute Siena, Pisa, Firenze e Lucca e Urbino e Ferrara, ecc. ecc. nel ’400. Assurde, intendiamoci, dal punto di vista economico, rimanendo preziosissimo intangibile il patrimonio morale storico, linguistico, affettivo delle singole nazioni”. (Luigi Einaudi, Ancora il commento al programma. L’Europa di domani, da L’Italia e il secondo Risorgimento, 13 maggio 1944).
“Bisogna risolvere il conflitto stridente fra la necessità economica dei grandi spazi e la volontà politico morale dei singoli paesi di rimanere se stessi, liberi ed indipendenti…” (Luigi Einaudi, Sulla politica italiana del dopoguerra,1944, da Riflessioni di un liberale sulla democrazia 1943-1947, a cura di Paolo Soddu, Firenze, 2001)
“La necessità di unificare l’Europa è evidente. Gli stati esistenti sono polvere senza sostanza. … Solo l’unione può farli durare. Il problema non è fra l’indipendenza e l’unione; è fra l’esistere uniti e lo scomparire”.(Luigi Einaudi, Sul tempo della ratifica della C.E.D., da Lo scrittoio del Presidente (1948-1955), Einaudi, Torino, 1956)
Purtroppo, il processo di integrazione europea è tuttora incompiuto e l’adozione della moneta unica che l’ha anticipato, con l’egemonia economico-finanziaria che la Germania esercita nella determinazione delle politiche dei paesi dell’Europa, sono fonte di distorsione e tensioni ormai al centro del dibattito politico italiano e continentale.
Nel primo numero di FLER news abbiamo già dato notizia della ricerca intrapresa dalla nostra Fondazione, insieme ad Italiadecide e alla Fondazione per la Sussidiarietà, sul tema della Crisi della democrazia in Italia e in Europa. Aspetti salienti, cause e possibili rimedi.Abbiamo riferito di un primo seminario sul tema, che si è tenuto il 5 giugno nella Sala della Regina di Montecitorio, preannunciandone un secondo che ha avuto luogo il 2 dicembre, nella stessa sede.
L’evento ha registrato un’ampia e qualificatissima partecipazione di studiosi e giornalisti autorevoli ed inoltre – novità rimarchevole – di numerose personalità di spicco, del mondo imprenditoriale, bancario e della società civile in genere, che hanno aderito all’invito degli organizzatori.
Nutrita, ovviamente, la presenza di esponenti della Fondazione Einaudi: oltre al Presidente, il Vice Presidente Alessandro Ortis, Maurizio Sella (nella veste anche di banchiere e di Presidente dell’Assonime), Massimo Teodori, Franco Chiarenza e Domenico da Empoli.
Come è avvenuto per gli interventi del primo seminario – raccolti in un Quaderno stampato da Rubbettino – anche quelli di questo secondo seminario saranno pubblicati e saranno il supporto documentale di un Convegno, conclusivo della ricerca, che avrà luogo nell’estate 2014.
Focus della riflessione sarà, in tale occasione, il tema dei legami tra le categorie sociali del paese e prospettiva di un progetto per il suo futuro.
Senza coesione e senza fiducia nell’avvenire non si esce dalla crisi: che è politica, sociale ed economica, e ha cause nazionali sovranazionali e globali al tempo stesso.
Rivoluzione gas pro consumatori, Italia ed Europa
di Alessandro Ortis
L’Italia dipende fortemente, più della media europea, dalle importazioni di risorse energetiche, soprattutto di idrocarburi. Nei consumi delle aziende e delle famiglie la parte del leone la fa il gas naturale: la spesa energetica di una famiglia italiana è fatta per più di due terzi di bollette gas; il resto di bollette per l’energia elettrica, che a sua volta viene prodotta in parte prevalente utilizzando gas.
Dunque siamo un Paese che, pur coinvolto in sforzi, a volte commendevoli ma troppo spesso inefficienti, per diversificare le proprie fonti energetiche, sta viaggiando a “tutto gas”. Come, dove e a che costi ci approvvigioniamo assume importanza strategica, così come le dinamiche e le eventuali opportunità emergenti sul mercato mondiale del gas.
Da qualche tempo – e con sorpresa poco giustificabile – si parla di “rivoluzione gas”: il celere cambiamento, per i mercati degli idrocarburi, indotto dalla crescente offerta di metano “non convenzionale”. Si tratta di gas naturale estratto, da argille, arenarie o rocce sotterranee, con tecnologie innovative e via via sempre più competitive, ancorché impegnative territorialmente come fabbisogno di acqua e additivi. Si tratta di tecnologie meglio applicabili in zone dotate di ampie riserve sotterranee e non particolarmente antropizzate, come alcune aree europee (che non includono purtroppo l’Italia) e molte aree africane, asiatiche e americane.
In effetti, il nord America sta già trainando il successo competitivo dello “shale gas” e quindi una opportunità di approvvigionamenti che deve attivare, anche in Italia, iniziative politiche, amministrative, industriali e commerciali proattive, in grado di garantire vantaggi ai consumatori con significative riduzioni di prezzi. Considerato che i prezzi gas degli Stati Uniti sono un terzo di quelli europei, c’è da augurarsi che nella trattativa in corso USA-UE entri subito un accordo sul gas. Attualmente il Governo di Washington rallenta le esportazioni di metano liquefatto via nave per mantenere sul mercato interno e più a lungo possibile il forte vantaggio competitivo derivante da bassi costi energetici. Una situazione che dovrebbe indurre l’Europa a chiedere coerenza circa le liberalizzazioni e le aperture, gli accoppiamenti dei mercati anche in materia energetica, così da poter contare su importazioni di metano liquefatto competitive rispetto all’attuale mix di contratti e far valere meglio la “voce unica” dell’Europa e dei suoi cinquecento milioni di consumatori.
Per cogliere queste opportunità di import bisogna comunque recuperare, più celermente di altri Paesi, i ritardi accumulati nelle infrastrutture da impegnare per gli approvvigionamenti e i servizi di commercializzazione. Si tratta di dimensionare con lungimiranza gasdotti, rigassificatori e stoccaggi non solo guardando ai fabbisogni energetici correnti depressi dalla crisi economica, ma ragionando sul lungo periodo: considerati i tempi e le incertezze che si consumano nei processi autorizzativi e realizzativi, dobbiamo guardare per tempo a quelle migliori condizioni economico-sociali Paese che devono far parte del disegno e dell’impegno responsabile di tutti. Inoltre dobbiamo muovere verso dotazioni di impianti e assetti di sistema più capaci di indurre benefici per i consumatori grazie a una sana concorrenza nel settore.
Arrivare tardi come sistema infrastrutturale e liberalizzazioni ci è già costato molto e potrebbe costarci ancor di più. Perciò non dobbiamo attardarci in una situazione che ci tiene ancora lontano dall’opportunità di diventare un conveniente hub energetico del sud Europa, trascurando di sfruttare la nostra favorevole posizione al centro geografico e logistico del Mediterraneo.
Per gli investimenti (da dedicarsi al necessario sviluppo infrastrutturale pro concorrenza e pro sicurezza) le risorse ci sono: le stiamo già garantendo adeguatamente tutti noi consumatori, pagando puntualmente le bollette anche per il nostro domani. Allo stesso tempo, la volontà politica e amministrativa, il quadro normativo, l’impegno degli operatori ed i processi autorizzativi devono fare la loro parte, nel sostenere un’accelerazione di tale sviluppo; esso d’altra parte significa anche cantieri, produzione ed occupazione da ricercarsi senza esitazione proprio nei tempi correnti.
Addio a Mausi
È morta a Roma Maria Grazia Malagodi, figlia primogenita dello storico leader liberale. Per anni, da quando era rimasta vedova, “Mausi” – come veniva chiamata – aveva diretto con mano ferma la bella fattoria di famiglia dell’Aiola a Vagliagli, una quindicina di chilometri a nord di Siena, con l’abitazione posta su un bastione cinquecentesco eretto a protezione della Repubblica. Giovanni Malagodi l’aveva acquistata nel 1935, vantando da allora il doppio titolo di “politico e agricoltore” che nella tradizione liberale italiana vale più d’un master in America. Dopo la sua morte (1991), nonostante la qualità dei prodotti (il chianti, il vinsanto e soprattutto la grappa), l’Aiola conobbe alti e bassi finché, un paio d’anni fa, il 100 per cento delle quote venne ceduto ad acquirenti russi. Maria Grazia aveva due figli: Francesca e Andrea Di Carlo. Francesca abita a due passi dalla Fondazione Einaudi (dov’è custodito l’archivio Malagodi): è direttore Audit di Enel ed è sposata con Andrea Generale, dirigente della Vigilanza della Banca d’Italia.
L’Assemblea del 28 novembre
Approvati i bilanci consuntivo del 2012 e preconsuntivo del 2013, nonché quello preventivo del 2014, l’Assemblea dell’Associazione Amici della Fondazione Einaudi ha eletto 20 componenti del Direttivo: Luciano Angelone (Sulmona), Luciano Argiolas, Vittorio Barreca, Riccardo Cappello, Elvira Cerritelli, Franco Chiarenza, Alessandro Della Via (Vicenza), Guido Di Massimo, Saro Freni, Cesare Giussani, Uberto Gori, Quinto Leprai (Bologna), Piergiorgio Mancone (Milano), Eduardo Martinez, Enrico Morbelli, Alessandro Olmo (Parma), Michele Polini, Corrado Ràjola, Pippo Rao (Messina), Luigi Tangredi. Nella riunione del 10 dicembre, il Direttivo eleggerà l’Esecutivo (formato da 7 membri) e le altre cariche sociali.
Piùlibri Piùliberi
Ogni anno, prima di Natale, migliaia di romani corrono al Palazzo dei Congressi EUR per vedere, sentire, toccare e (talora) acquistare le ultime novità librarie sfornate dalla piccole case editrici italiane. È un’allegra baraonda chiamata Piùlibri Piùliberi.
Novità di quest’anno: nell’ambito della tradizionale manifestazione, l’Assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili, Lidia Ravera, mette lo spazio espositivo della Regione Lazio a disposizione degli istituti culturali presenti sul territorio per una presentazione al pubblico delle loro attività e dei loro patrimoni artistici, archivistici, bibliotecari, museali, archeologici e monumentali.
La Fondazione Einaudi sarà presente venerdì 6 dicembre alle ore 12: con il prestigio della sua storia, delle sue attività e dei suoi archivi, e con una comunicazione moderna e – ci auguriamo – efficace.
“Il totalitarismo: il male politico del Novecento”
Francesco Paolo Leonardo è un giovane studioso palermitano, allievo di Liliana Sammarco docente di Analisi del linguaggio politico all’Università di Palermo. Questo sul totalitarismo è il suo primo lavoro a vedere le stampe. Mercoledì 11 dicembre alle ore 18 il libro verrà presentato in Fondazione da Raffaello Morelli (che ne ha scritto la prefazione), Massimo Teodori e Valerio Zanone. Presiede Saro Freni.
Marcello Soleri
Antonio Patuelli, Presidente dell’ABI, editore e direttore di Libro Aperto, ne ha curato la ristampa. Gli Amici della Fondazione Einaudi, il Centro Pannunzio di Torino e i Piemontesi a Roma lo presentano. Appuntamento per martedì 17 dicembre alle ore 17 in Fondazione, con Fabio Grassi Orsini, Gerardo Nicolosi, Pier Franco Quaglieni e lo stesso Antonio Patuelli, che passerà per un saluto. Presiede Valerio Zanone. Interviene Elvio Soleri, nipote dello statista liberale (nonché indimenticato sindaco di Cuneo, dove i concittadini gli hanno intitolato il celebre viadotto). Seguirà il brindisi prenatalizio degli Amici, dei Pannunziani e dei Piemontesi i quali offriranno il “Pan Griota”, il panettone alle amarene di Moncalieri.
Martino chiude la Scuola di Liberalismo di Bologna
Gran finale a Bologna:
la premiazione delle tesi migliori e la distribuzione degli attestati di frequenza avranno luogo giovedì 19 dicembre, nella sede del Quartiere Santo Stefano, al termine della lezione di Antonio Martino su “Il liberalismo e le sfide del XXI secolo”. La Scuola bolognese – coordinata da Quinto Leprai, che ha coinvolto diverse associazioni e meritato un paio di sponsor – quest’anno è stata un successo: 82 iscritti, 61 attestati di frequenza e numerose tesine prodotte (e attualmente in correzione).