Sandro Gozi, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio sia con Renzi che con Gentiloni, non è il più conosciuto dei politici italiani, ma da pochi giorni è alla ribalta in quanto solo per qualche mese ricoprirà l’incarico di consigliere (senza poteri) responsabile per gli Affari europei del governo francese. A novembre, infatti, con la Brexit e l’uscita dei britannici dal Parlamento europeo, Gozi verrà ripescato e diventerà deputato, eletto in Francia nelle file del partito di Macron, a sua volta confluito nel gruppo dei liberali. Apriti cielo! Oltre alla solita canea sui social anche la politica si è mossa, prima con figure di mezzo taglio, poi con Giorgia Meloni e Di Maio. La inflessiva leader di Fratelli d’Italia ha chiesto di privare l’esponente democratico addirittura della cittadinanza italiana. Gozi -si dice- potrebbe rivelare importanti segreti di Stato appresi mentre era al governo, anzi è possibile che abbia fatto favori che ora Parigi deve ripagare; la Francia non è un paese così amico, fa i suoi interessi a discapito dei nostri e Gentiloni gli ha concesso un pezzo del Mare Nostrum, per non parlare del fatto che dovrebbe restituirci Nizza e Savoia. Insomma, il novello Alcibiade (che, come la classicista Meloni sicuramente si ricorda, passò con Sparta) è un venduto e gli manca “quid patriottico”. Cerchiamo di capirci qualcosa. Per cominciare, la revoca della cittadinanza è già di per sé un provvedimento insulso che può aver senso solo se la si è ottenuta falsificando la documentazione. Per il resto se qualcuno viola le leggi italiane lo si dovrebbe punire come prevedono i codici. In Italia, però, c’è una legge che rende possibile la revoca se chi lavora per un governo straniero non ottempera alla richiesta formale dell’esecutivo di Roma di dimettersi. La sanzione non è peraltro applicabile se il malcapitato resta apolide (come sarebbe nel caso di Gozi) oppure se è motivata da ragioni politiche, come sarebbe questo il caso giacché non si capisce che tipo di minaccia rappresenti il nostro Alcibiade. Quanto al rivelare segreti di Stato, Meloni – appassionata di letteratura – sa bene che i grandi tradimenti non avvengono con investiture ufficiali, ma di nascosto: chiunque, da lei stessa a Salvini, può rivelare notizie confidenziali, senza tanta pompa magna. Inoltre, cominciare, dopo 14 mesi dalla passata esperienza, a lavorare per un ente, non vuol dire tradirne un altro: un qualsiasi dirigente d’azienda che passa ad un concorrente è tenuto a mantenere la riservatezza su quanto appreso dal vecchio datore di lavoro. Tuttavia, come si diceva, è evidente che la questione è solo politica. Viviamo in una specie di mondo alla rovescia, dove l’essere chiamati da un paese alleato a ricoprire un incarico consultivo per politiche che riguardano la casa comune europea può diventare un marchio d’infamia. L’Austria, paese neutrale, fu entusiasta dell’elezione di Arnold Schwarzenegger (che aveva doppia nazionalità) come governatore della California. Boris Johnson, sovranista-chic, fino al 2016 era cittadino americano (cd era già stato deputato e sindaco di Londra): rinunciò alla cittadinanza Usa per non pagare le tasse. Joe Turati, che fu primo ministro canadese, era altresì suddito britannico e, d’altronde, il governatore della Banca d’Inghilterra dal 2012, Mark Camey, è canadese e solo da 10 mesi ha assunto pure la cittadinanza britannica. Poi, certo, Gozi è un po’ presenzialista: sono più perplesso del fatto che sia membro della direzione Pd ed eletto in un partito di un’altra famiglia politica, seminai. Ma il grand fracas e il cancan che la sua nomina ha provocato la dice lunga sulla qualità dcl dibattito politico in Italia.
da La Stampa, 2 Agosto 2019