Quando un governo è animato da tanta bontà la mano corre a nascondere il portafoglio. Il sospetto che la passione sia l’avvio della tassazione è più che fondato.
Per capirsi: merendine, bibite e voli aerei sono già tassati. Come tutto o quasi. Ciò cui si assiste è la ricerca di una nobile motivazione per procurarsi ulteriore gettito. La prova di ciò è evidente: il governo tedesco s’accinge a tassare maggiormente i voli per spostare risorse verso il trasporto ferroviario, si tratta di una scelta che si può condividere o avversare, ma ha un senso e manifesta un indirizzo (senza far deficit); il governo italiano s’accinge a tassare maggiormente il trasporto aereo nel mentre prova ad ammollare Alitalia alle ferrovie e ha in animo di tassare quel che si deglutisce durante la ricreazione non per diminuire il prelievo fiscale su prodotti salubri (quali?), ma per pagare gli insegnanti. Della serie: datemi i soldi ma non chiedetemi politiche.
In Italia si pagano tasse “verdi” ben più salate della media europea, ma siamo anche i più colpiti da procedure d’infrazione per come sporchiamo l’ambiente con la (non) gestione del ciclo dei rifiuti. Al verde, insomma, si lascia più il contribuente che l’ambiente.
Con i soldi riscossi non s’investe per cambiare la scuola, ma per alimentare il vizio masochista di portare in cattedra non chi merita di andarci, ma chi aspetta da tempo di arrivarci, per aumentare lo stipendio a tutti, indiscriminatamente, onorando contratti che non tengono in alcun conto il merito e la capacità o pretendono di farla coincidere con l’equidistribuito giudizio autoattribuito. Eppure l’operazione riesce, perché si ottiene immediatamente il risultato di far parlare l’informazione e i cittadini di cose facili, ma anche inutili: le merendine e gli zuccheri fanno ingrassare, sicché è per il bene di bimbi, ragazzi e tutti che vi tassiamo. Una bontà esattiva e sospetta. Ipocrita, perché nel caso non se ne fossero accorti il mercato ha già capito che si possono produrre cose assai simili, anche nella forma e nell’immagine, facendole pagare di più aggiungendo: “senza zucchero”, “biologico”, “senza glutine” e così via assecondando la voglia di ciascuno di noi di salvarsi la coscienza senza rinunciare a niente (salvo a capire che significano quelle diciture). Quando si tasseranno le merendine si faranno distinzioni circa gli ingredienti o basterà che sia un fuori pasto?
Quel che conta, però, non è l’uso del fisco a fini di decremento della ciccia, ma che ci fai con i soldi che mi prendi dalle tasche. Quel che conta è che si parla in continuazione di diminuzione della pressione fiscale e, contemporaneamente, nei conti dei medesimi governi, la si contabilizza in crescita. Dopo la bufala della flat tax è ora la volta della slim tax.
Chi tassa senza mai tagliare la spesa corrente, anzi alimentandola, impoverisce anche te. Digli di smettere.
pubblicato da formiche.net