Nel 1838 un editore chiede a Guizot di preparare, per il pubblico francese, una scelta degli scritti e delle corrispondenze di Washington. Guizot accetta l’incarico e, come introduzione alla selezione antologica, scrive una breve biografia del primo presidente americano. Per quanto si tratti di un’opera preparata su commissione sarebbe riduttivo rubricarla come un lavoro scritto unicamente per ragioni economiche.
La rivoluzione americana interessa Guizot perché gli consente di esaminare, dopo quello inglese, un altro fenomeno rivoluzionario moderno, svoltosi in condizioni particolarmente favorevoli. Di questa rivoluzione riuscita Washington è l’eroe: un uomo politico di eccezionali capacità, in grado di raggiungere grandi mete politiche (indipendenza, libertà), senza intaccare l’ordine sociale.
A distanza di oltre un secolo e mezzo dalla stesura lo scritto mantiene tutto il suo interesse. Un ritratto vivissimo del generale americano e un racconto avvincente degli anni di fondazione della repubblica di oltre oceano. Al tempo stesso, però , il saggio costituisce un esempio mirabile di storiografia concettualizzante, nel quale Guizot svolge una riflessione sulle condizioni sociali dei regimi liberi e abbozza una sorta di implicita teoria del cambiamento rivoluzionario. Un testo che può servire da chiave per intendere la controversa azione politica, e la passione liberale del grande «dottrinario».