La Scuola di Liberalismo: tra storia, filosofia e attualità

La Scuola di Liberalismo: tra storia, filosofia e attualità

Ha riscosso successo la Scuola di Liberalismo 2020, promossa dalla Fondazione Einaudi e coordinata da Pippo Rao, instancabile “anima” storica del movimento liberale messinese. Tra gli interventi ricordiamo quello di Enzo Palumbo, già senatore del PLI e uomo di legge sempre in prima linea nelle battaglie istituzionali. Il tema di fondo, la rappresentanza nei sistemi democratici e il ruolo delle leggi elettorali. Ha introdotto la lezione Pippo Rao. Dopo aver richiamato l’attenzione sulla “Gionata internazionale per i diritti delle persone con disabilità”, tema assolutamente “liberale”, ha ricordato le figure di Arturo Diaconale e V.Giscard d’Estaing, due grandi liberali scomparsi in questi giorni. Ha poi sottolineato come la riduzione dei parlamentari non rafforzerà il ruolo del Parlamento ma aumenterà il distacco tra rappresentanza e territorio, segnando un momento di regressione per la democrazia rappresentativa. Siamo di fronte a un modello di possibile democrazia eterodiretta. “Tocca ai liberali, ai socialisti ed ai cattolici”, ha concluso Rao, “organizzarsi per arrestare questo pericoloso, rapido declivio dell’Italia”.

Secondo Palumbo, che ha effettuato un ricco excursus storico sul tema, è fondamentale un sistema elettorale che consenta di rispecchiare effettivamente la volontà dei cittadini, traducendola in seggi da attribuire attraverso elezioni in cui ciascun voto sia “personale ed eguale, libero e segreto” come stabilisce l’art. 48 della nostra Costituzione. Sotto questo profilo, la lezione ha evidenziato come, a partire dal 2005, con due leggi elettorali (“porcellm” e “italicum”) dichiarate incostituzionali, e pure con quella attuale (il “rosatellum”) ancora sub iudice in numerose corti italiane, si sia pervicacemente compiuto un vero e proprio “furto di democrazia” rappresentativa, favorendo in ogni modo chi è già all’interno del sistema in danno delle nuove offerte politiche, e comunque impedendo ai cittadini di eleggere liberamente i loro rappresentanti. La situazione si aggraverà ulteriormente se verranno portate avanti alcune altre riforme istituzionali che sono già all’esame e che finirebbero per delegittimare definitivamente il Parlamento. Basti pensare – ha concluso Palumbo – al caso in cui venisse introdotto un qualche vincolo di mandato per i parlamentari e venisse approvato il “referendum contrappositivo” tra leggi già votate dalle Camere e proposte d’iniziativa popolare.

Altre lezioni da segnalare, quella tenuta dall’Avv. Antonio Pileggi, già Provveditore agli Studi e Direttore generale dell’INVAISI, Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione, nonché componente del Comitato Scientifico della Fondazione Einaudi. Al centro della conferenza, “Il Liberalismo come organizzazione: i partiti”. Infine, la prof.ssa Annamaria Anselmo, ordinaria di storia della Filosofia dell’Università di Messina, ha scelto una via del pensiero particolarmente originale, quella tracciata da Edgar Morin, il grande sociologo francese teorico della complessità e della transdisciplinarietà, un pensatore che, a un certo punto della sua intensa attività intellettuale, ha voluto mettere in discussione le proprie convinzioni teoriche e politiche, eredi del razionalismo cartesiano e del socialismo marxiano. Nel 1959, dopo un’appassionata militanza comunista, Morin ha infatti messo in discussione le sue certezze ideali e ideologiche davanti alle distorsioni del regime stalinista e alle persecuzioni messe in atto dal regime sovietico, che vennero denunciate da Krusciov, mettendo in crisi molti intellettuali europei.

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