Il disegno di legge costituzionale presentato oggi a Montecitorio: «Vorremmo che la Carta non fosse “sbocconcellata” e presa a pezzettini», ha detto il presidente della Fondazione, Giuseppe Benedetto. Adesioni bipartisan. Marcucci (Pd): «Non ho mai smesso di pensare, dal 2016, che serva mettere mano al bicameralismo e al rapporto con le regioni»
Sono due in Italia le leggi costituzionali approvate dall’attuale legislatura: quella sul taglio dei parlamentari e quella sul voto ai diciottenni per il Senato. Due modifiche circoscritte a singoli articoli della nostra Carta o comunque su due temi particolari, senza quella che il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, ha definito «una visione organica». Per questo motivo oggi, a Montecitorio, la Fondazione ha presentato un disegno di legge costituzionale per l’istituzione di un’assemblea per la riforma della Costituzione.
Lo scopo della nuova Costituente, formata da cento componenti e che nelle intenzioni dei proponenti dovrà essere eletta durante le prossime elezioni politiche (comunque dopo l’approvazione del disegno di legge), è quello di modificare «la seconda parte della Costituzione e il modello di architettura istituzionale» per «far fronte alle repentine sfide poste da una realtà politica, sociale, economica, culturale in accelerazione».
Un progetto che, finora, ha ricevuto adesioni bipartisan: da Andrea Marcucci, senatore del Pd, a Marco di Maio, vicepresidente di Italia Viva alla Camera; da Dimitri Coin, vicepresidente del gruppo della Lega a Montecitorio, a Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera; da Giovan Battista Fazzolari, senatore di Fratelli d’Italia, al vicepresidente del Senato Ignazio La Russa e al presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, Andrea Ostellari.
IL DOPO-DRAGHI
La Fondazione parte dal presupposto che, sia per l’emergenza Covid-19 che ha messo molti temi in secondo piano e sia per la natura del governo guidato da Mario Draghi, nell’attuale legislatura non è stato possibile realizzare riforme organiche. «Vorremmo che la Costituzione non fosse “sbocconcellata” e presa a pezzettini», ha detto Benedetto durante la conferenza stampa alla Camera.
Nella proposta non viene indicato come dovrà essere modificata, nel caso, la Costituzione. «La necessità sottesa alla riforma proposta – si legge nella relazione – impone la limitazione dell’intervento alla individuazione dello strumento e del metodo, quale quello dell’Assemblea per la riforma della Costituzione, all’interno della quale veicolare un più ampio, approfondito, organico dibattito sui profili attinenti il merito». Cosa cambiare e in che modo sarà invece deciso dai membri della Costituente, una volta formata.
MARCUCCI (PD): «ELIMINARE BICAMERALISMO PERFETTO»
Tra coloro che hanno aderito alla proposta della Fondazione Einaudi c’è anche, come già anticipato, il senatore dem ed ex renziano Andrea Marcucci. Fu proprio il leader di Italia viva a firmare l’ultimo tentativo di una riforma costituzionale organica, nel 2016, quando tentò – invano – di modificare il titolo V della Costituzione sul rapporto tra stati e regioni. «Sono recidivo – ha detto Marcucci durante la conferenza di oggi – e non ho smesso di pensare dopo il 2016 che serva mettere mano al bicameralismo e al rapporto con le regioni. Le riforme organiche a cui sta lavorando il governo Draghi, vanno accompagnate da un vero ammodernamento della nostra Carta».
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