La concordia è una gran bella cosa, ma non se cela un’ipocrisia, se si realizza per incapacità d’affrontare i problemi. Con 326 voti favorevoli, appena 7 contrari e 9 astenuti (di Leu), la Camera ha approvato un ordine del giorno che chiede di sospendere ancora le cartelle esattoriali e aprire la strada alla quarta, dicasi quarta, rottamazione. Le ipocrisie sono diverse, mentre la richiesta è sostanzialmente quella di rinviare e perdere tempo.
La prima ipocrisia consiste nel parlare delle “cartelle esattoriali riferite al periodo emergenziale pandemico”. Quelle inviate o quelle maturate? Perché le prime, ovviamente, si riferiscono a mancati pagamenti ben precedenti al Covid, mentre le seconde son ben poca roba. La seconda ipocrisia è chiedere il rinvio. A che serve? Più si rinvia e più si accumula. Alla fine dei rinvii o ci sono maxi scadenze, con imponenti arretrati da onorare, o ci sono i condoni. Ed è lì che si vuole andare a parare, sebbene affermando che no, non è vero.
A corroborare la tesi c’è la consistenza delle cartelle: il 47.4% si riferisce a cifre al di sotto di 300 euro; il 13 fra 300 e 500; il 12.4 fra 500 e 1000; il 17.5 fra 1000 e 5000; e il 9.7 sopra i 5000 euro. Come a dire: vedete che, per la gran parte, sono piccoli pagamenti, povera cosa. Certo, ma c’è la maggioranza degli italiani che quei pagamenti li ha fatti. E non perché non sapessero dove mettere i soldi, bensì perché ritenevano doveroso onorare un debito, rinunciando ad altri consumi. Per quale ragione si deve andare incontro a chi non paga e non a chi è ligio? Il senso di giustizia suggerirebbe il contrario. Certo, può capitare che io riconosca un debito, ma non sia in grado di onorarlo tutto e subito, ma per questo esistono le rateizzazioni. Se si procede a rinvii il problema si aggrava e, alla fine, si procede con le rottamazioni, facendo marameo a quanti pagarono. Difficile non cogliere che, in questo modo, si scardina la convivenza civile. Ma c’è anche di peggio: si annebbia la percezione della realtà.
La Banca centrale europea, come avvertivamo a vuoto, ha iniziato a decelerare l’acquisto di titoli del debito pubblico. Doveva accadere e comincia ad accadere. In questo momento di grazia lo spread italiano, sulla Germania, è poco sopra i 100 punti. Nessuno ne parla più, ma significa che nel momento migliore, con tutta la copertura possibile, senza rischi all’orizzonte, continuiamo ad avere lo svantaggio di 100 punti, ben meno affidabili di Spagna e Portogallo. E questo in un momento di grazia. Nel Regno Unito il governo ha dovuto aumentare di 12 miliardi di sterline il prelievo fiscale. A chi lo ha rimproverato perché nel programma aveva scritto che non sarebbe mai successo Boris Johnson ha risposto che nel programma non era previsto neanche il covid. E qui si pensa di potere impunemente continuare a cancellare crediti che lo Stato vanta in ragione delle proprie leggi? Come suona ciò alle orecchie di cittadini europei che pagano le tasse e sanno di star garantendo per soldi che vengono trasferiti all’Italia? Ci vuole incoscienza per non avvertire lo stridore di certe condotte.
E, comunque, se si è così lesti e perseveranti nell’andare incontro a chi non paga, almeno si prenda in considerazione la possibilità di premiare chi paga sempre tutto. Una patente a punti del contribuente: più è fedele più ha diritto a sconti. Anche per le multe: anziché l’eterna minaccia di interessi e sanzioni, cui credono solo gli onesti, lo sconto non solo se si paga subito, ma l’ulteriore se si è sempre pagato. Con il digitale si può. Giusto per dare l’impressione che chi paga non sia solo fesso.