Dell’attualità del pensiero di Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica italiana, ex presidente della Banca d’Italia, economista, giornalista, agricoltore, oggi ormai quasi nessuno nutre dubbi o perplessità, ma che questa attualità del suo pensiero diventasse palese anche agli studenti liceali della nostra città, grazie all’incontro che la Fondazione Einaudi ha tenuto presso l’omonimo istituto siracusano, non era così scontato.
Diplomandi del liceo scientifico Einaudi e del liceo classico Gargallo hanno potuto assistere nell’Auditorium di via Canonico Nunzio Agnello ad un incontro nel quale Giuseppe Benedetto, avvocato e presidente della Fondazione Luigi Einaudi, a sessant’anni dalla scomparsa, ha ricordato e raccontato il ruolo importante che Luigi Einaudi ha avuto per la politica e l’economia italiana, anche attraverso il racconto di aneddoti e di episodi poco noti della sua vita.
A fare gli onori di casa ci ha pensato la dirigente dell’istituto, Teresella Celesti, mentre hanno dato un contributo al dibattito Emanuele Raco, capo ufficio stampa della Fondazione, Elio Cappuccio, filosofo ed ex docente dell’Istituto Gargallo e Paolo Ezechia Reale, avvocato e membro del comitato tecnico scientifico della Fondazione Luigi Einaudi.
Un’attualità del pensiero einaudiano che si è concretizzato negli ultimi anni attraverso azioni e battaglie portate avanti dalla Fondazione che in alcuni casi sono state anche controcorrenti rispetto a posizioni prestabilite. Giuseppe Benedetto ne cita tre: il referendum contro il taglio parlamentare, la battaglia per la desecretazione degli atti del Comitato Tecnico Scientifico durante l’emergenza Covid e la richiesta di vaccini e tamponi anche nelle farmacie per avere un mercato calmierato.
Emanuele Raco ricorda, inoltre, la richiesta a Governo e Protezione civile di conoscere i dati reali relativi al numero di ospedalizzati con e senza vaccino.
“Con queste azioni abbiamo voluto mettere in pratica il motto einaudiano di “Conoscere per deliberare”, sono state battaglie di libertà, battaglie per una corretta informazione”, dichiara Giuseppe Benedetto.
La lettura dell’articolo dell’indimenticabile Ennio Flaiano dal titolo “La Repubblica delle pere indivise”, in cui il giornalista ricordava l’incontro (una cena di lavoro) con il presidente Luigi Einaudi durante in quale condivise con lui una pera, è stata l’occasione per ricordare l’uomo Einaudi e la sua teoria de “L’uguaglianza dei punti di partenza” che è alla base del pensiero economico einaudiano. “Tutti devono avere il diritto di partire alla pari e tutti devono crescere in maniera diseguale” continua Giuseppe Benedetto. “Einaudi desiderava premiare il merito. Proprio per questo riteniamo che bisogna distinguere tra assistenza ed assistenzialismo. Non siamo d’accordo al reddito di cittadinanza perché non dà assistenza, non è un reddito di inclusione e non produce una politica attiva del lavoro. Dove c’è scritto e in che modo il reddito di cittadinanza fa emergere la povertà?” Interviene alla discussione Elio Cappuccio che ricorda che essere liberale non significa accettare un mercato liberalista: “Einaudi era un liberale con un’etica liberale”.
Luigi Einaudi, l’uomo che alla notizia che sarebbe diventato il futuro Presidente della Repubblica rispose al giovanissimo onorevole Giulio Andreotti di non potere accettare perché zoppo e quindi non in grado di passare in rassegna le forze armate o Luigi Einaudi che ad una richiesta dei capigruppo della Camera e del Senato di sostituzione di un ministro rispose solamente con “Grazie, arrivederci”, senza aggiungere altro, Luigi Einaudi, uomo in grado di conciliare il ruolo politico e tecnico.
“Stiamo continuando a lavorare seguendo gli insegnamenti che lui ci ha lasciato. Noi con la Fondazione siamo a favore dell’abolizione del valore legale del titolo di studio. Riteniamo che l’uguaglianza dei punti di partenza significhi che ognuno può effettuare singolarmente un lavoro di ricerca e presentarsi ad un concorso, indipendentemente che possieda o meno un titolo. Dobbiamo valutare le persone non in base ai titoli ma in base a ciò che sanno. Studiamo tutti ma studiamo per sapere. Apprendere è diverso dal prendere il titolo di carta”.
Interviene Paolo Ezechia Reale che sottolinea come il diritto di partire tutti uguali prefiguri un altro diritto, quello di arrivare in maniera diversa. “Noi guardiamo al futuro dei ragazzi, proprio per questo desideriamo che non vengano persi messaggi importanti. Il diritto alla conoscenza dovrebbe tutelare altri diritti che, purtroppo, in questo momento altri poteri possono mettere in discussione. Dobbiamo pensare a una società nuova, nella quale chiunque governi deve mettere a disposizione i documenti attraverso i quali prendere decisioni. Conoscere per scegliere”.
Le tante domande degli studenti sono stato l’occasione per ribadire la non contrarietà della Fondazione all’immunità parlamentare: “Noi siamo favorevoli e a breve uscirà un libro sull’articolo 68 della Costituzione che ha introdotto questa esenzione”, l’opposizione a qualsiasi “violenza” della Costituzione in base ai piaceri del singolo politico di turno: “Noi abbiamo presentato un disegno di legge per la formazione di una Assemblea Costituente che in maniera coerente ed ordinata rimetta mano alla seconda parte della Costituzione”, e per ricordare che “nonostante stiamo vivendo l’epoca dei tifosi e delle curve contrapposte” bisogna essere cittadini consapevoli non smarrendo mai la ragione.
Conclude l’incontro la dirigente dell’Einaudi che ricorda il ruolo della scuola: “Noi siamo qui per dare occhiali per leggere e dare strumenti per formare cittadini consapevoli”.