Nuovo episodio de #laFLEalMassimo la tragica vicenda dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina dovrebbe farci apprezzare i benefici di vivere in un sistema democratico e farci riflettere su quanto questo status sia sostenibile a fronte dell’esistenza di regimi non democratici dotati di arsenali nucleari.
In politica come in Economia non esistono pasti gratis. La libertà di cui godiamo grazie alla quale io posso tenere questo podcast e voi potete ascoltarlo è stata ottenuta al prezzo del sacrificio di vite umane sia nel corso delle ultime guerre mondiali, sia negli anni del terrore quando rivoluzionari e reazionari fascisti e comunisti hanno costituito una seria minaccia per la nostra repubblica.
Una società chiusa, come quella russa, sistema peraltro che trova ancora ignari e ignoranti sostenitori tra i residenti del mondo libero, è un sistema dove la carenza di equilibrio nelle istituzioni, di check and balances consente a un uomo solo e ai pochi che lo sostengono di minacciare la sicurezza e la libertà dei paesi vicini causando sofferenze e disagi anche alla vasta componente della popolazione russa che dissente dalle sue mire espansionistiche.
Nelle società aperte, anche personaggi molto discutibili come Donald Trump vedono limitata la propria deriva autolesionista per il paese dall’equilibrio dei poteri di un sistema democratico.
Non possiamo allora ignorare il convitato di pietra di qualunque discussione sulla odierna politica internazionale. Troppo allungo abbiamo tollerato, collaborato e fatto affari con regimi non democratici come la Cina e la Russia che non rispettano i diritti umani. Oggi la storia viene a presentarci il conto e a ricordarci il prezzo da pagare per mantenere la nostra libertà.
Non possiamo prevedere come evolverà il conflitto e non è chiaro quale sia lo scopo di fondo della strategia di Putin. Quello che è chiaro, come rilevato a suo tempo da Karl Poppe è che la tolleranza verso chi assume atteggiamenti non tolleranti non è una strategia sostenibile e gli accadimenti di questi giorni confermano che questo vale anche nelle relazioni internazionali.