Ad Antonio Patuelli il Premio Einaudi 2023

Ad Antonio Patuelli il Premio Einaudi 2023

Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha ricevuto questa sera a Roma il “Premio Einaudi – Edizione 2023”. Il riconoscimento, arrivato su decisione unanime del Consiglio di amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi, è stato conferito “in ragione della coerenza di una vita spesa nella diffusione di alti principi di libertà e responsabilità nel solco degli insegnamenti di Luigi Einaudi”.

La cerimonia di consegna della mezza pera di bronzo, questo il premio, si è svolta nell’Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, priva di posti vuoti e piena di giornalisti. Dopo i saluti iniziali del presidente Giuseppe Benedetto, ha aperto l’incontro il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha raccontato un ricordo che lo lega a Patuelli. ”Nella mia vita ho cambiato idea su molte cose – ha detto – ma mai sull’idea liberale, con Antonio Patuelli, seppure sia più giovane di me, ho condiviso l’esperienza, e la militanza, nel partito liberale italiano”.

Ha preso poi la parola Andrea Cangini che ha salutato l’amico Patuelli e ha detto ai presenti: “si tratta di un riconoscimento più che meritato alla persona e allo stile con cui la persona ha interpretato le diverse funzioni che ha ricoperto fino ad oggi nel corso della propria carriera politica, economica e finanziaria. In perfetto stile einaudiano si è dedicato alla divulgazione e alla comprensione dei fatti, e questo lo ha reso un giornalista eccellente oltre che un pedagogo della coscienza e della conoscenza nazionale”.

“I metodi della libertà servono a perseguire i principi della libertà” ha detto Patuelli, nella sua lezione che ha chiuso l’incontro, ripercorrendo la figura di Einaudi, sottolineandone la profonda “intransigenza morale. Il suo approccio – ha aggiunto – non era da liberista, e lo scriveva lui stesso. Lui non era attento solo alle libertà economiche, e dopo l’omicidio Matteotti ebbe il coraggio fino al ’35 di andare in Senato a parlare contro la guerra d’Etiopia. Cosa è attuale del suo insegnamento? L’alta moralità, il coniugare sempre doveri e diritti. Se non si rispettano i doveri, i diritti non sussistono. I doveri sono innanzitutto quelli costituzionali, ci deve essere sempre un uguale ossequio per entrambi”.

Einaudi, ha concluso, “fu l’antitesi della demagogia, un memorabile moralista, ma molto pratico. Era per l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, quella dei punti di partenza, una uguaglianza che non si realizza abbassando chi sta in alto, ma innalzando chi sta in basso e mettendolo nelle condizioni di competere”.

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