Anche qui si è fatto un sogno, visto che c’è la ricorrenza. Abbiamo sognato che un giovane diplomato, oramai maggiorenne, abbia deciso di portare in tribunale la scuola italiana. Abbiamo sognato le sue parole: signor giudice, mi hanno sempre promosso, mi hanno anche detto che ero bravino, ho passato la maturità con un ottimo voto, poi ho fatto i test Pisa ed è risultato che sono un analfabeta, incapace nel far di conto; quindi, signor giudice, sono stato truffato e chiedo giustizia.
I risvegli sono talora traumatici: sono i genitori a portare la scuola in tribunale, avverso le pochissime bocciature esistenti. Si lascia così agli atti quel che si chiede di avere: l’ignoranza titolata, detta anche: ignoranza di cittadinanza.
In questo modo gli svantaggiati restano tali e i protetti anche. Nessuna indignazione scalfisce l’indifferenza e la scuola resta un assumificio senza costrutto, ove si proclama il merito senza entrare nel merito. Poi non ci si chieda da dove arrivi la classe digerente.