A Fermo un festival controcorrente: coinvolti centinaia di insegnanti e tremila studenti. “In prima media il 90 % usa solo lo stampatello, il 50% ha difficoltà a comprendere un testo
C’era una volta la bella calligrafia, a scuola si sudava sulla carta per mettere bene le aste, i cerchi, per scrivere parole precise senza mai alzare la penna. Era faticoso ma allenava il cervello e faceva camminare i pensieri, li metteva in ordine, bisognava prendersi il tempo per essere precisi e armoniosi. Oggi tutta quella bellezza è fuori moda, tra smartphone e velocità, tablet e computer. Per questo è sembrata una sfida grande quella dell’osservatorio nazionale sulla mediazione linguistica e culturale che a Fermo, nelle Marche, ha avviato una rivoluzione che rimette al centro proprio la bella calligrafia.
Da due anni Ossmed organizza un festival che coinvolge le scuole materne e primarie del territorio, i piccoli alunni si sfidano proprio sulla pagina bianca, chi scrive meglio viene premiato a fine anno e intanto i docenti si formano sull’insegnamento della scrittura in corsivo. La seconda edizione del festival ha visto il coinvolgimento di 12 istituti comprensivi del fermano, in 26 comuni, con 263 insegnanti che hanno partecipato ai corsi, con ricadute didattiche su 150 classi e ben 3 mila studenti, erano la metà l’anno scorso. Carlo Nofri, presidente di Ossmed, spiega che tutelare la scrittura manuale “è come aprire un ombrello sotto un diluvio digitale. Dobbiamo conciliare i gesti del passato con la modernità”.
Fermo, 23 aprile 2023 – Cesare ha scritto un piccolo racconto di quattro righe, parla di Leo che mangia un gelato con le piccole Mia e Rina, poche parole ma perfette, con la L e M maiuscole che toccano le righe, le lettere maiuscole che si appoggiano sotto e sopra, la cura di ogni dettaglio. A guidare la mano di Cesare, alunno di quarta classe alla scuola Sant’Andrea di Fermo, città Unesco dell’apprendimento, la maestra Fabiana Tiburzi che ha seguito i corsi di Ossmed tenuti dalla grafologa Romina Vita, per accompagnare i ragazzi alla scoperta di un gesto semplice e difficilissimo insieme.
Cesare Di Battista è uno degli 82 bambini fermani premiati alla seconda edizione del festival della calligrafia, per mesi si sono misurati con la carta e la penna, concentrati e attenti, e insieme hanno condiviso emozioni. Anche Teresa Simoni, insegnante di una scuola primaria dell’istituto comprensivo Da Vinci Ungaretti, ha voluto seguire il percorso formativo per docenti, ci si è resi conto, soprattutto dopo la pandemia, che i ragazzi hanno visto le pagine dei quaderni come montagne da scalare, la scrittura a penna, dopo mesi di computer e di tablet, è diventata difficilissima, al massimo si scrive stampatello: “Già nel primo anno di scuola primaria – racconta la maestra Teresa – i bambini dimostrano alcune difficoltà nell’apprendimento del corsivo, negli anni successivi si dimostrano meno accurati nella scrittura e tendono a scegliere lo stampatello. Quello che cerchiamo di fare è trasmettere loro l’attenzione per le lettere coinvolgendo tutto il corpo, seguendo le curve di ogni lettera scritta alla lavagna col dito o col braccio, proprio per imparare a comprendere il gesto che occorre per essere precisi”.
Ma la scrittura non è un gesto spontaneo? “Assolutamente no – spiega la grafologa Vita – richiede abilità specifiche da allenare continuamente e bisogna cominciare prima possibile. Con gli insegnanti abbiamo concentrato i nostri sforzi su tecniche e metodi per prevenire le difficoltà, il disgrafismo, per evitare che ci si arrenda e ci si rifugi nella scrittura in stampatello”. Quando si deve iniziare ad allenare la mano e la mente? “Disegno e pregrafismo sono concentrati nella scuola dell’infanzia, è già possibile a tre anni imparare la postura, l’impugnatura e il corretto movimento sul foglio. Il 90 per cento dei ragazzi che arrivano in prima media non sa scrivere in corsivo, dunque dobbiamo davvero correre ai ripari perché il cervello prende il ritmo della scrittura e allena la memoria, le linee continue e i legamenti tra parole e frasi, oltre che tra le lettere, permettono di ordinare i pensieri prima di esprimerli col gesto grafico”.
Il 50 per cento degli studenti ha difficoltà a comprendere i testi, lo dicono i risultati delle prove Invalsi, non c’è più la capacità di leggere un articolo intero e nemmeno di scrivere un piccolo testo, la scrittura manuale può aiutare? “Noi ci crediamo e ci proviamo sempre, gli insegnanti ci stanno dimostrando che vogliono andare in questa direzione. Il festival che abbiamo messo in piedi è cresciuto tanto dallo scorso anno, è un impegno anche culturale fondamentale. Il percorso formativo era dedicato alle insegnanti di scuola primaria ma quest’anno si sono unite anche docenti della materna ed è una grande soddisfazione visto che il gesto grafico si precisa proprio nella prima infanzia”.
Uno spazio è stato dedicato anche alle insegnanti di scuola media che però si sono concentrate sul come captare i segnali di allarme per gli studenti in difficoltà con la scrittura e sono tanti: “Quello che mi ha colpito – prosegue la grafologa – è stato il ritorno delle insegnanti del secondo livello che hanno deciso di proseguire dopo il primo corso dello scorso anno. Con noi condividono problemi e difficoltà e la scarsa abitudine dei bambini ad usare le mani proprio per scrivere”.
Angelica Malvatani, Il Resto del Carlino