Altro che “coerenza”, il niet di Meloni ad Ursula è figlio della paura

Altro che “coerenza”, il niet di Meloni ad Ursula è figlio della paura

È stata definita “la virtù degli imbecilli” (Giuseppe Prezzolini), “l’ultimo rifugio delle persone prive d’immaginazione” (Oscar Wilde), una condizione innaturale “tipica solo dei morti” (Aldous Huxley). La coerenza, dote con cui la pubblicistica ha spiegato il successo di Fratelli d’Italia nel 2022 e che Giorgia Meloni invoca oggi per giustificare il voto contrario ad Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea, è variamente giudicabile. Emil Cioran, filosofo rumeno il cui nichilismo ha affascinato anche la destra, ne fece un fattore involutivo. “Beati quelli che ignorano che maturare è assistere all’aggravarsi delle proprie incoerenze e che questo è il solo progresso di cui dovrebbe essere permesso vantarsi”, scrisse. E non c’è dubbio che, col passaggio dall’opposizione al governo, Giorgia Meloni abbia inanellato “progressi” a non finire e motivi di vanto in abbondanza.

Si comincia con il contrasto all’immigrazione extracomunitaria, da sempre cavallo di battaglia della sua parte politica. Dopo anni trascorsi ad invocare il “blocco navale” e dopo aver ripetutamente chiesto la testa del ministro dell’Interno del governo Draghi, Luciana Lamorgese, Giorgia Meloni ha lasciato in porto le fregate militari, ha messo nero su bianco la necessità di manodopera extracomunitaria, ha aumentato sensibilmente le quote degli ingressi legali. Quanto a quelli illegali, lo scorso anno ne sono arrivati via mare in Italia il doppio rispetto al 2022; nel primo semestre del 2024 ne sono giunti 25.676: cifra analoga a quella dell’era Draghi. Non sarà un “progresso”, ma di certo è uno iato considerevole tra la teoria dell’opposizione e la pratica del governo.

Non lo sono meno le scelte strategiche in materia di politica economica. Nazionalizzazioni? Macché. Semmai, privatizzazioni. E dunque: la rete di Tim venduta a Kkr, Ita venduta a Lufthansa, l’annuncio della vendita di Ferrovie e di una quota significativa di Poste… Giorgia Meloni aveva invocato il taglio delle accise sui carburanti, ma il suo governo le ha confermate. Aveva detto che il reddito di cittadinanza era “una misura importante per ridurre la povertà”, ma l’ha abolito. Aveva cavalcato, “contro gli interessi delle grandi lobby” e “in difesa del nostro ambiente e del nostro mare”, il referendum del 2016 contro le trivellazioni marine, ma col decreto aiuti quarter ha disposto nuove estrazioni offshore nell’Alto Adriatico. Aveva teorizzato l’uscita dell’Italia dall’Euro, ma non ne ha più parlato.

Nessun vanto, per queste e per le moltre altre sue incoerenze. Solo un silente, radicale e provvidenziale cambio di strategia. La “coerenza” viene riesumata e con forza esibita unicamente nel caso von der Leyen. Il che autorizza il sospetto che a far la differenza, stavolta, sia solo il fatto che Matteo Salvini non le avrebbe lasciato passare una scelta diversa. Più che di coerenza, sembra, dunque, trattarsi di paura.

Huffington Post 

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