Antonio Megalizzi, il 29enne rimasto gravemente ferito nell’attentato terroristico di Strasburgo, è italiano, giornalista, liberale. Ma non solo: rappresenta il simbolo di una generazione spesso tradita, ma che non si è arrende e che si adopera ogni giorno per migliorare la propria condizione e quella della propria comunità. Lorena Villa, che lo ha conosciuto, scrive di Antonio in queste ore disperate.
Eccomi! Sono Antonio e lavoro nel mondo della radio e dello spettacolo in Trentino!
Sono cominciati così, con due punti esclamativi di gioia e entusiasmo, i miei quattro anni di storia di politica epistolare con Antonio Megalizzi, subito dopo le Europee del 2014, quando con Scelta Europea avevamo sperimentato il fallimento più grande che potessimo aspettarci. Proprio allora, dopo la sconfitta che anche lui aveva patito, si è messo a disposizione con il suo entusiasmo trascinante verso il riscatto, con la voglia di fare e di non arrendersi.
Sono un liberale al 100%, federalista fino al midollo, sburocratizzatore seriale e amante della libera impresa
Noi però non avevamo già più niente da offrirgli, nessuna casa politica organizzata dove lui potesse rifugiarsi con orgoglio e mettere a disposizione le grandi qualità di cui era dotato e che avrei scoperto dopo. Allora ero responsabile, con Laura Abba del gruppo Giovani per Fare, ragazzi e ragazze che, da tutta Italia, sentivano il richiamo di una politica veramente liberale e la sua fortissima mancanza. Giovani che si erano spesi parecchio nei mesi precedenti alle elezioni e che, dopo la debacle, non trovavano più un riferimento da cui ripartire, che fosse un leader, un programma. Il partito si stava sciogliendo e l’unica cosa che potevo fare era indirizzarlo agli “Immoderati”, il blog che i ragazzi stavano creando per continuare a far sentire la loro voce.
Se il partito muore, le idee non faranno altrettanto. Dovremmo proporre qualcosa di nuovo
Non ha mai pensato di arrendersi, convinto che i valori che condivide con noi siano degni di qualsiasi battaglia, I suoi messaggi sono sempre carichi di aspettative, ma anche di promesse di impegno, nel caso fossimo riusciti a creare qualcosa di buono. Mi ha scelto come uno dei suoi punti di riferimento per avere notizie sul nostro mondo politico e confesso che, soprattutto da coordinatrice regionale di Alde Party IM nel 2015, ho nutrito e condiviso nuove speranze anche con lui, che come sempre spingeva con entusiasmo, pronto a mettersi in gioco. Alde Party gli piaceva, mi aveva anche mandato una sua foto sotto la bandiera, come una specie di “daje” pieno di fiducia. (ora la guardo, mi sento malissimo e vorrei riuscire a raggiungerlo mentalmente con la sua stessa energia per dargli un po’ di forza)
Io sono carico carico- se corriamo da soli sono pronto a farmi in quattro
Antonio ama la libertà, quella che anche l’Europa è riuscita a regalare ai ragazzi come lui, come i Giovani per Fare, gli Immoderati, il Comitato Ventotene, i Liberali da strapazzo e altri. Ragazzi che la mia generazione e la precedente hanno letteralmente tradito in tutti i modi, vendendoli per il benessere facile e immediato. Non ultimo, facendo mancare loro una rappresentanza politica che li spingesse a dare il meglio di se stessi in cambio di merito giustamente premiato.
Sono del 1989. Mi sento europeo, poi italiano e infine trentino. Ho viaggiato per tutta l’Europa, vissuto in tre o quattro stati come se mi fossi spostato dal Friuli al Lazio, senza che cambiasse praticamente nulla a livello burocratico….Io le voglio difendere queste libertà. Voglio farmi portavoce delle fortune che ho vissuto.
Antonio Megalizzi è il testimone dell’Europa migliore, quella giovane e innamorata della libertà, quella dei cittadini consapevoli e dell’impegno, fuor di retorica e lontana dagli -ismi, ma è anche il simbolo del nostro fallimento. Noi non siamo riusciti a creare nulla per lui e i suoi amici, il mondo Liberale che amava si è in maggior parte arreso al famoso “meno peggio”, l’attaccamento ai valori viene venduto come purismo, la scelta delle soluzioni più facili come strategia politica e il coraggio di rischiare in nome di principi inderogabili è ormai una qualità sconosciuta.
L’ultimo messaggio che ho ricevuto da Antonio è del 14 settembre 2018: “Credo che emigrerò…”
Lorena Villa, 14 dicembre 2018