Un paese da tenere sotto osservazione ma che, a differenza degli altri partners europei, non ha visto stranamente l’affermazione né di un partito anti-islamico né di uno anti-immigrazione.
È questa l’Italia pre-elettorale disegnata dal Washington Times e che rivela molteplici diversità tra ciò che sta accadendo in Europa e quello che, invece, accade nel Belpaese i cui problemi, secondo la testata, sono forse più grandi di quanto non sembri.
In primo luogo l’aspetto geografico. L’Italia è un porto naturale, la piattaforma del Mediterraneo non solo occidentale ma ormai soprattutto di quello mediorientale e nordafricano, oltre che il primo access point del principale fronte migratorio dell’intero continente.
Per questo è proprio l’Italia ad essere sotto la lente di ingrandimento degli osservatori internazionali perché, come fanno notare da Washington, la Sicilia fu parte integrante dell’impero arabo dell’alto medioevo e, nella simbologia dell’Isis, rappresenta l’ultimo avamposto dell’inseguito nuovo grande califfato.
E poi c’è Roma, la “mela” inseguita per secoli dai sultani turchi e uno dei principali obiettivi propagandistici diffusi sui media del Daesh.
Tutto ciò, unito all’impressionante calo demografico delle nascite e alla sempre più frequente fuga di molti italiani che decidono di migrare, lascerebbe pensare ad un vero e proprio declino nazionale.
Con attorno un mondo sempre più in fiamme a causa della caduta di regimi “amici” come quello che fu di Gheddafi.
Insomma, non proprio una bella vetrina per un Paese sempre più in preda a trasformazioni sociali impressionanti e che, fuori dai suoi confini, genera sempre più diffidenza.
Ed è un po’ la grande sfida di chi, da qui a cinque mesi, sarà chiamato a vincere la prossima tornata elettorale, la più scontata e allo stesso momento la più incerta della recente storia. Anche se la sveglia, per il Washington è già suonata: “Che cosa ci vorrà agli italiani per svegliarsi e fare fronte contro la catastrofe demografica minaccia la loro cultura unica al mondo? Un attacco jihadista a Roma.”