Ha fatto tappa a Palermo il tour di presentazione del libro “L’eutanasia della democrazia” scritto da Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi. Pubblicato da Rubbettino Editore, con prefazione a cura di Sabino Cassese, il volume, che ha come sottotitolo “Il colpo di Mani Pulite”, riporta all’attenzione dell’opinione pubblica un tema importante per il futuro della nostra democrazia.
Una ricostruzione storica, l’epoca del populismo
“Alla base del libro – dice Giuseppe Benedetto – c’è una ricostruzione storica, che parte dalla Costituente ma si sviluppa soprattutto in merito alla Legislatura ’92-’94, quando il legislatore ha deciso di modificare l’istituto della immunità parlamentare, in particolare quello dell’autorizzazione a procedere. Individuiamo in quel vulnus potente e contrario alla democrazia parlamentare l’avvio di un’epoca di populismo che ancora ora stiamo vivendo. Cerchiamo con il taglio del saggio, di analizzare il perché di quanto accaduto da quel momento in poi con dati storici e scientifici”.
Un inno alla politica
E’ forse arrivato il momento che la politica ritrovi forza e autorevolezza, recuperando il ruolo che ha un po’ abbandonato in questi ultimi anni. “Tutto il libro – aggiunge l’autore – è un inno alla politica, quella con la P maiuscola, il contrario di quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo ancora in questi anni, cioè l’antipolitica. La Fondazione Einaudi è nota tra le tante cose per avere promosso il referendum contro il taglio dei parlamentari, e ora ha fatto questa operazione sull’articolo 68 non perché difendiamo il parlamentare, assolutamente no, ma perché difendiamo l’istituto Parlamento e per noi la democrazia parlamentare, la democrazia liberale, come la conosciamo, vale molto di più della democrazia del click. In sostanza, per chi si nutre della nostra storia, uno non vale mai uno ma uno vale tutti, perché è l’individuo al centro dell’Universo. Questo è quanto abbiamo cercato di sviluppare con questa opera”.
In preparazione un secondo volume sulla magistratura
Giuseppe Benedetto fa infine una anticipazione importante. E’ in preparazione un volume sulla magistratura.
“Noi crediamo che la logica prosecuzione sia l’approfondimento del tema della separazione delle carriere, è lo snodo fondamentale perché questo Paese rientri nella normalità istituzionale e dunque il prossimo lavoro, speriamo di portarlo a termine nei tempi previsti, riguarderà proprio la separazione delle carriere e significativamente si intitolerà ‘Non diamoci del tu’”.
L’autore
Come si legge sul sito della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto è nato a Capo d’Orlando il 21 ottobre del 1954. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Messina. Oggi è un noto avvocato penalista, iscritto all’Albo degli Avvocati patrocinanti innanzi alla Suprema Corte di Cassazione. È giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 28 Maggio 1997. È presidente emerito della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella. Già docente di Diritto Costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università LUM di Bari. È stato Commissario Straordinario del Cefop di Palermo, ente di formazione con oltre mille dipendenti. È stato Commissario Liquidatore della I.R.A. Costruzioni S.p.A. in amministrazione straordinaria, carica ricoperta dal marzo 2003 al marzo 2007. È stato componente della Commissione disciplinare della Figc (Federazione Italiana Gioco Calcio) dal 2002 al gennaio 2003; da tale ultima data, e sino al 15 Luglio 2006, è stato Giudice Unico Nazionale per lo stesso settore. Ha svolto importanti funzioni di pubblico Amministratore: tra l’altro, è stato consigliere regionale e assessore alla Promozione Culturale della Regione Abruzzo per il Partito Liberale Italiano. È stato Capo Gruppo del PLI al Consiglio Comunale di Pescara. È stato vice segretario nazionale della Gioventù Liberale Italiana. È stato membro della Direzione Nazionale e dell’Esecutivo del PLI, dove ha ricoperto l’incarico di Responsabile Nazionale degli Enti Locali. Non svolge incarichi politici-elettivi dal 1995. Appassionato di tematiche sociali, la sua attività scientifica e politica si è sempre contraddistinta per intransigenti posizioni a favore della salvaguardia dei diritti civili, dello sviluppo di una cultura laica – ma non laicista – e della tutela delle libertà fondamentali del cittadino contro ogni oppressione, anche quella eventuale dello Stato. Annovera tra i suoi maestri, con i quali si è intensamente rapportato, figure di politici illustri quali Giovanni Malagodi e il costituzionalista Aldo Bozzi.