Vladimir Putin è già riuscito a trasformare i russi in canaglie. Vladimir Putin è riuscito a trasformare la Russia in un Paese di assassini.
La guerra che ha iniziato senza la benché minima giustificazione – ammesso e non concesso che esistano giustificazioni per dichiarare una guerra – è un crimine contro l’umanità, è un oltraggio al diritto internazionale, è una sfida politica.
Certo, le guerre sono tutte brutte, ma le guerre che vengono dichiarate alla libertà e all’autodeterminazione di un popolo sono guerre contro l’umanità e vanno combattute per sconfiggere chi le sa iniziate.
Noi abbiamo anche un altro compito, più importante oggi: aiutare gli ucraini e armare gli ucraini. Armare gli ucraini perché durante la resistenza contro il nazifascismo in Europa ciò che gli alleati dovevano fare era armare la resistenza, non suggerire la resa, in nome dei morti civili. Anzi, il compito era – ed è oggi – vincere anche in nome di anche di quelle vittime e della libertà.
Questo è un compito che abbiamo e che stiamo assolvendo, perché, checché ne dicano quanti credono che essere obiettivi significhi essere equidistanti, in questa circostanza, essere obiettivi significa riconoscere che c’è un invasore e che c’è un invaso. L’invaso lo si difende. L’invasore lo si combatte. Non ci sono vie di mezzo.
Noi Occidente e noi Europa democratica lo stiamo facendo e vinceremo e su questo non c’è il benché minimo dubbio, né nella storia, né nel presente, né nel futuro.
Abbiamo, però, un compito in più: noi dobbiamo difendere i russi. Noi dobbiamo prendere le difese di quel vasto popolo russo che, rischiando 15 anni di galera, oggi è capace di protestare. Noi dobbiamo difendere la voce degli ex Ministri degli Esteri della Russia, che dicono apertamente che questa è una sconcezza, è una cosa che deve essere fermata al più presto. Noi dobbiamo difendere chi il giornalista lo sa fare sul serio, come chi interrompe un telegiornale per dire “vi stanno raccontando bugie”. Noi dobbiamo difendere i russi che si sono fatti arrestare in più di cento città.
Sfido chiunque di noi a mettere in fila più di quattro o cinque nomi di città russe. Invece, più di cento città significa tutta la Russia. Coloro che sostengono che la “Russia profonda” sia dalla parte di Putin, sono profondamente ignoranti e non sanno niente della Russia, perché quella Russia profonda si oppone.
Dobbiamo difendere loro, come li abbiamo difesi nel secolo scorso, quando difendevamo le voci di persone come Sacharov e sua moglie; come abbiamo difeso Solženicyn. Io ricordo quando uscì Arcipelago Gulag e arrivarono le recensioni dei supposti colti – sì, colti di sorpresa dalla la storia – secondo i quali era semplicemente un autore che ce l’aveva con il sistema sovietico e che era avversario del comunismo. Certo che era avversario del comunismo, così come io sono avversario del nazismo. Sono figli della stessa mamma.
Li abbiamo difesi allora quei russi e il dobbiamo difenderli oggi, perché non sono un popolo di assassini, perché non sono un popolo di canaglie. Sono governati da una canaglia assassina ed è in nome della cultura russa, in nome dell’umanità russa e in nome dei tanti russi con i quali abbiamo lavorato, giocato, fatto convegni, scambiato idee diverse.
In loro nome la partita contro Putin non deve fermarsi. Putin va cancellato.