Cari ucraini! Quest’ anno è iniziato il 24 febbraio. Senza prefazioni né preludi. In modo netto. Presto.
Alle 4 del mattino. Era buio. E’ stato assordante. E’ stato difficile per molti di noi, spaventoso per alcuni.
Sono passati 311 giorni. Può essere ancora buio, rumoroso e complicato per noi. Ma sicuramente non avremo mai più paura. E non ci vergogneremo mai. E’ stato il nostro anno. L’anno dell’Ucraina. L’anno degli ucraini. Ci siamo svegliati il 24 febbraio. In un’altra vita. Eravamo un altro popolo. Un’altra Ucraina. I primi missili hanno alla fine distrutto il labirinto delle illusioni.
Abbiamo visto chi era chi. Di cosa sono capaci gli amici e i nemici e, soprattutto, di cosa siamo capaci noi. Il 24 febbraio, milioni di noi hanno fatto una scelta. Non una bandiera bianca, ma una bandiera blu e gialla. Non una fuga, ma un incontro. L’incontro con il nemico.
Resistere e combattere.
[…] Quest’ anno potrebbe essere definito un anno di perdite per l’Ucraina, per l’intera Europa e per il mondo intero. Ma è sbagliato. Non dovremmo dire questo. Noi non abbiamo perso nulla. Ci è stato tolto.
L’Ucraina non ha perso i suoi figli e le sue figlie – loro sono stati uccisi dagli assassini. Gli ucraini non hanno perso le loro case – sono state distrutte dai terroristi. Non abbiamo perso le nostre terre – sono state occupate dagli invasori. Il mondo non ha perso la pace – la Russia l’ha distrutta.
Volodymyr Zalensky, discorso di fine anno alla nazione Ucraina