“Colpevoli e vincenti. Gli occidentali contro se stessi” è il titolo del nuovo libro del direttore de La Ragione, Davide Giacalone. Il volume, edito da Rubbettino, è stato presentato questa sera nell’Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi. “Viviamo nell’area più ricca, libera, sana e longeva del mondo. Eppure non si sente che parlare delle colpe occidentali, del declino, della soccombenza, della debolezza, della povertà”, ha detto Giacalone. “Ma c’è una radice profonda, in quell’antioccidentalismo degli occidentali, e va cercata nella paura della libertà, che comporta sempre una collettiva e personale responsabilità. Molti orfani delle ideologie novecentesche non apprezzano la libertà di sognare e realizzare, ma tremano alla mancanza delle false certezze. Senza le quali si vive assai meglio”.
Dopo i saluti introduttivi del presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto, la senatrice di Azione, Maria Stella Gelmini, e la senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, hanno dato vita a un dibattito sui temi affrontati dal libro, moderate dal vicedirettore del TgLa7, Andrea Pancani.
“Ringrazio la Fondazione Einaudi e Davide Giacalone per questo libro, che ci aiuta molto perché ci dà le ragioni delle conquiste che l’occidente ha conseguito negli anni e prova, forte di questa consapevolezza, ad affrontare le sfide del presente e del futuro”, ha detto Gelmini. “Dobbiamo recuperare l’orgoglio e la consapevolezza di queste conquiste, abbandonare i populismi e riscoprire la complessità. Oggi abbiamo un appuntamento con la storia, a partire dall’Ucraina. Non si possono interrompere gli aiuti, è una battaglia fondamentale che vede di fronte la democrazia contro le autocrazie. Per troppi anni ci siamo occupati solo di politica interna e ora la politica estera ci presenta il conto: l’Ucraina, il Medio Oriente, quello che succede in Iran, tutto si tiene. Dobbiamo ripartire e riscoprire la fatica della democrazia, e dobbiamo farlo attraverso il riformismo. Ristabilire un nuovo patto di fiducia con gli elettori creando uno spartiacque tra riformisti e populisti, ovvero chi banalizza e cavalca soltanto le paure”.
Per Raffaella Paita, quello di Giacalone “è un libro di amore e di speranza verso l’occidente”, oggi però “un grande sistema burocratico si è mangiato questa speranza”. Il problema più profondo che abbiamo”, ha detto, “è quello di essere arrivati ad avere una società con logiche autorefenziali che non riesce a raggiungere i suoi obiettivi di cambiamento. E l’occidente ha rinunciato al suo primato culturale. La cancellazione della cultura è un elemento sul quale dobbiamo discutere e dobbiamo farlo in termini spietati. La sfida più importante che abbiamo davanti è quella di una grande riforma istituzionale dell’Europa, una sfida che dobbiamo legare alla competizione elettorale che avremo tra pochi mesi”.