Il nome di Friedrich von Hayek viene solitamente associato agli studi svolti nel campo della teoria economica e della filosofia politica. Il che trascura la sua formazione e il lavoro da lui compiuto nell’ambito della psicologia teorica e della conoscenza. Alla figura di Hayek ha dedicato il suo ultimo libro “Conoscenza e processo sociale” il Prof. Lorenzo Infantino, presidente onorario della Fondazione Luigi Einaudi. Il volume è stato presentato questo pomeriggio nell’Aula Malagodi della Fondazione.
“È cresciuto nella Grande Vienna e ha intrapreso gli studi economici munito di una vasta dotazione culturale, come si nota già nei suoi primi scritti di teoria economica”, ha detto Infantino. “Si è progressivamente spinto a misurarsi con questioni che, nella spiegazione della vita individuale e collettiva, precedono e conferiscono una più adeguata identificazione ai problemi economici e sociali”.
Il libro approfondisce l’opera hayekiana e la sua fecondità. Il lettore, dice Infantino, “vedrà che, posti per la prima volta assieme, gli scritti raccolti in questo volume consentono di percorrere un itinerario cha va dalla trasformazione del cervello in una mente umana al perché il mondo sensoriale non sia il punto di partenza, dall’esistenza di un ordine presensoriale alla constatazione che ciò di cui siamo consapevoli è un fenomeno secondario, dalla scienza come sistema ipotetico-deduttivo ai gradi delle nostre spiegazioni e ai fenomeni complessi, dalla dispersione della conoscenza all’interno della società al processo sociale come esplorazione dell’ignoto, dalla presunzione di onniscienza agli «abusi della ragione»”.
“Il volume è di grande originalità”, ha detto il Presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto, nei saluti introduttivi. “Parafrasando il pensatore viennese da ‘veri individualisti’, siamo convinti che il ‘ruolo giocato dalla ragione nelle faccende umane’ sia piuttosto piccolo. E d’altra parte siamo la Fondazione Luigi Einaudi che mi onoro di presiedere, da sempre convinto – esattamente come Hayek – che se lasciati liberi, gli uomini conseguono più di quanto l’umana ragione individuale potrebbe mai progettare o prevedere”.
Moderati dal Segretario generale della Fle, Andrea Cangini, sono intervenuti Alessandro De Nicola, Presidente Adam Smith Society, e Pietro Reichlin, Professore Ordinario alla Luiss. “Per Hayek la libertà di scelta è un mito, nasciamo con un’eredità storica e sociale di esperienze e conoscenze che determina ciò che siamo indipendentemente da ciò che riteniamo di essere. Conseguenza logica della sua Teoria della conoscenza il fatto che la pianificazione economica nei regimi totalitari e il dirigismo nei sistemi democratici a guida sovranista siano fallaci per definizione. Le soluzioni si trovano nella società aperta e nel continuo confronto tra idee diverse”, ha sottolineato Cangini.
“In una società dinamica la conoscenza è diffusa: la concorrenza è un tramite attraverso cui essa si diffonde”, ha sottolineato Alessandro De Nicola. “L’ habitat normativo è quello che consente l’esplicarsi della libertà, quindi per la concorrenza sono più importanti le regole sui diritti di proprietà, la tassazione, il commercio, del diritto antitrust stesso”. Per il Prof. Reichlin, invece, “il concetto di concorrenza pone Hayek in conflitto con gli altri economisti”. Per Hayek, ha spiegato, “la concorrenza è un processo in evoluzione, mentre l’economia classica ha bisogno di definire un concetto di concorrenza perfetta”.