FLER News n. 15

FLER News n. 15

UNIONE-DATA+NEWSn.15

 

A proposito della “governance” dell’Unione Europea:

È un grossolano errore dire che si comincia dal più facile aspetto economico per passare poi al più difficile risultato politico. È vero il contrario. Bisogna cominciare dal politico, se si vuole l’economico. (Tipi e connotati della federazione. Discutendo di Comunità Europea di Difesa, 2 giugno 1952)

di Guido Colomba*

L’Europa, nonostante gli scettici, va avanti. L’unione bancaria, approvata dall’europarlamento, affida le 130 maggiori banche europee al diretto controllo del nuovo Fondo per le crisi bancarie: un tassello fondamentale della costruzione europea. L’Italia, Paese fondatore, può fare molto se riesce a battere la lentocrazia e il modello Cgil ancorato alla esperienza sovietica. Lo scontro oramai è al calor bianco. Renzi, alla Tv, ha preannunciato una battaglia “violenta” contro la burocrazia. Quanto alla dichiarata ostilità della Camusso (Cgil) al  suo Job Act, ha risposto: “Ce ne faremo una ragione”. Intanto, i numerosi ex-sindacalisti, divenuti parlamentari del Pd, hanno aperto una guerra guerreggiata contro il governo. Anche la riforma del Senato è a rischio.Tutto si lega. Il dinamismo di Renzi si scontra con la palude della politica, sostenuta dalla lobby dei superburocrati dello Stato. Pochi esempi illustrano questa situazione. In due mesi i decreti attuativi in lista d’attesa sono saliti a 500 cui si aggiungono 200 provvedimenti già scaduti. A distanza di due anni, l’attuazione dei provvedimenti del governo Monti ha raggiunto il 58,4%. Per il governo Letta, risulta non attuato l’82,3% dei provvedimenti presi. C’è un episodio che rappresenta la famosa goccia che fa traboccare il vaso: il premier insiste per avere a Palazzo Chigi un nuovo capo dell’ufficio legislativo (Antonella Manzione) la cui nomina è stata bocciata dalla Corte dei Conti.Va ricordato che i capi di gabinetto dei ministri sono in prevalenza estratti dai ruoli del Consiglio di Stato. Alcuni di questi superburocrati sono in carica da decenni passando da un dicastero all’altro. Ebbene qualcuno ha chiesto al direttore generale del Tesoro il perché di questi ritardi dei decreti attuativi per giunta “senza sanzioni” in caso di ripetuti ritardi. La risposta, garbata e diplomatica, ha fatto riferimento a provvedimenti legislativi talora “fatti male” e alla necessità, assai ricorrente, di dover chiedere il parere di numerosi ministeri. Il famoso “concerto”. Ma chi scrive i provvedimenti legislativi è solitamente uno di questi alti burocrati. Dunque, tutti innocenti e nessuno colpevole purché il premier non osi chiamare un estraneo al “cerchio magico”. Tutto chiaro?Ecco perché Maria Elena Boschi (ministro per le Riforme) ha inviato una lettera al Corriere della Sera in cui scrive: “Prendiamo atto del fallimento della riforma del Titolo V (ottobre 2001). È normale una legislazione costituzionale in cui il conflitto istituzionale è permanente? No”. I grandi comuni sono colmi di debiti ma non vogliono ridurre il perimetro lobbistico, fonte di sprechi ed abusi, con la scusa di non voler ridurre i servizi ai cittadini. Anche le Province e le Regioni hanno cumulato debiti stratosferici tanto che quasi la metà dei circa 85 miliardi che lo Stato paga sul debito pubblico (superiore ai 2100 miliardi) è dovuto non solo ai titoli di Stato ma ai debiti degli enti locali. Non a caso Renzi vuole ridurre da 8000 a mille le società partecipate da Regioni, Province e Comuni. Sta di fatto che negli ultimi due anni, nonostante i prelievi fiscali e la spending review, il debito pubblico è aumentato, detratti i 54 miliardi di aiuti concessi dall’Italia ai Paesi in difficoltà nell’eurozona, di altri 48 miliardi di euro. Vale la pena ricordare che, nel settembre del 1982, tra gli obiettivi urgenti del governo c’era la riforma delle autonomie locali. Tra i punti prioritari (a) le aree metropolitane a Milano, Roma, Torino, Genova e Napoli, (b) la fusione dei comuni minori, (c) la revisione dei compiti delle Province, (d) il ruolo “coordinatore” delle Regioni. Non se ne fece nulla e si parlò di “usura” del sistema parlamentare. A distanza di quasi 32 anni, i problemi sono gli stessi.

* Giornalista economico

 Il lobbista e il suo mercato 

di Andrea Morbelli*

L’agenzia di stampa il VELINO.it ha dedicato al lobbismo il numero speciale del 25 aprile. È stata l’occasione per sbobinare e riassumere l’incontro del 30 ottobre diLaboratorio Liberale su “Lobbismo e libertà” al quale hanno preso parte 5 ex allievi della Scuola di Liberalismo: Alfredo Borgia, Francesco Delzio, Alessandro Poggiali, Franco Spicciarello e Paolo Zanetto. Per leggere l’articolo clicca qui.

* Laboratorio Liberale

 

di Valerio Zanone

Come i procuratori della repubblica non possono fare a meno delle intercettazioni telefoniche, così gli storici non possono fare a meno degli epistolari, che svelano i fatti e i personaggi spogliandoli dai rivestimenti ufficiali.L’Istituto per la storia del Risorgimento presieduto da Romano Ugolini pubblica ora per i tipi di Gangemi Editore il secondo volume dell’ Epistolario di Urbano Rattazzi, il “ratass” – “topaccio” in piemontese – delle satire di Brofferio. L’edizione è curata con perizia invidiabile da Rosanna Roccia, appena reduce dagli oltre venti volumi dell’epistolario cavouriano. Il volume raccoglie la corrispondenza dell’anno 1862, quando Rattazzi fu a capo dell’effimero e sfortunato governo chiamato a bloccare con le fucilate in Aspromonte la spedizione garibaldina verso Roma.Arrivare a Roma capitale era il “mandato indeclinabile” anche del governo Rattazzi. Ma per riuscirci gli equilibri internazionali richiedevano una intesa con la Francia, protettrice del Vaticano. Fra i documenti più interessanti in proposito è la lunga lettera in francese inviata il 17 marzo 1862 dal presidente del consiglio all’ambasciatore a Parigi. Rattazzi vi informa Costantino Nigra degli aiuti prestati al brigantaggio dal re di Napoli Francesco, rifugiato in Roma; e istruisce Nigra sui passi da compiere presso il governo francese per ottenere l’estradizione del Borbone dalla corte pontificia.

 

 

 

 

 Un papillon liberal-cinematografico 

di Enrico Morbelli

Di Claudio G. (Giorgio) Fava – il popolare critico cinematografico mancato il giorno di Pasqua – quotidiani, radio e televisioni hanno detto praticamente tutto. Tranne che fosse un liberale d’antico pelo. E che fosse “zio alla moda di Bretagna” (come si diceva un tempo per indicare il cugino d’un genitore) di un ultrà liberale qual è Carlo Lottieri, politologo dell’Istituto Bruno Leoni. Tant’è che quest’ultimo frequentò l’università di Genova, vivendo per quattro anni in casa della madre di Claudio.Il richiamo genovese mi riporta a quando l’Italia ferroviaria era divisa in due, tra rete bifase e rete trifase, e – giunti alla stazione di Piazza Principe – i convogli cambiavano motrice. C’era tempo sufficiente per andare a prendere il caffè e comprare il Corriere Mercantile. C’era sempre qualcuno che mi domandava: “Ma perché prende il Mercantile?”. E io: “Per leggermi una recensione di Fava e per scoprire il molo e il telefono dei piroscafi attraccati in porto”. Poi, sacrificando un gettone, chiamavo l’ultimo arrivato. “Nave Colombo, chi parla?”. “Scusi, ho sbagliato”.Con Claudio G. – conosciuto per iscritto – non ci fu nemmeno bisogno del gettone per passare all’orale. Approdammo in RAI nello stesso periodo. Lui, col suo immancabile papillon, saliva spesso al quarto piano di viale Mazzini dov’era l’ufficio stampa e dove – come in tutte le redazioni che si rispettino – è più quello che ci si racconta di quello che si scrive. Claudio G. era un fiume in piena con aneddoti, ricordi personali e pagine di storia del cinema e del giornalismo.Era comunque uno dei dipendenti che rendeva di più: si occupava di film e telefilm per Rai2 coprendo da solo più della metà della programmazione. Era il suo mondo e non voleva abbandonarlo. Il giorno che Paolo Battistuzzi, consigliere liberale d’amministrazione della RAI, strappò un posto da capostruttura, la sua scelta cadde su Fava (evviva la lottizzazione, una volta tanto). Claudio G. ne fu onorato, ma a condizione di continuare a occuparsi, seppur a livello più alto, sempre di film e telefilm. Il suo raccontino più bello, quello che avrei voluto registrare a futura memoria, riguarda proprio il giorno della promozione: l’ironia con la quale accolse gli scappellamenti stradali del personale della Rete, gli auguri di nugoli di sconosciuti, il coro di buongiorno ai tornelli di viale Mazzini, le lusinghe (e forse le illusioni) della gente del cinema… “Per un giorno mi parve d’essere l’Ispettore generale di Gogol. Poi mi toccò fare il capostruttura sul serio”.

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Tutto sul Convegno dedicato al partenariato pubblico-privato
nel Servizio Sanitario nazionale 

Il convegno – patrocinato dalla Fondazione Luigi Einaudi e organizzato da Laboratorio Liberale e dagli Amici della Fondazione Einaudi – si è tenuto a Roma il 16 aprile nella sala della Mercede della Camera dei deputati. Per dare conto del suo svolgimento e dei suoi contenuti è stata predisposta una cartella “digitale”, già inviata ai  partecipanti, ai registrati e agli invitati, che è accessibile al seguente link: fai clic qui per visualizzare convegno – il partenariato pubblico privato nel SSN

 

di Guido Di Massimo

 

 

 

Rendite finanziarie tassate al 26%: è la giusta punizione per il vecchietto che s’era fatto il gruzzoletto sperando in vecchiaia di campare di rendita finanziaria.

Tagli alla sanità: per un rapido svecchiamento della popolazione che così ringiovanita tornerà finalmente a nuova vita.

Città metropolitane: l’evoluzione delle province?

80 euro al mese: voto di scambio?

Bonus: da quali malus?

Una sinistra che non cambia diventa destra: dal che si deduce che l’Italia è tutta di destra.

Ci metto la faccia!: dove? Ma su Face Book!!!

Gufi: i portafortuna di Renzi.

Per le elezioni europee un maschietto nomina in ogni circoscrizione un capolista donna: il più raffinato dei maschilismi.

Nell’ultimo anno oltre 128.000 prescrizioni:la prescrizione è la migliore soluzionequando è improbabile l’assoluzione;è l’obiettivo d’ogni avvocatoche difende chi ha commesso un reato,è il prodotto finaled’ogni buon tribunale,è la più importante produzioned’ogni giurisdizione.È quasi l’unica giustiziache riesce a produrre con solerziail Ministero non più di Graziama ancora di Giustizia.

 Scuole al traguardo 

L’11 aprile sono terminate le lezioni di due Scuole. Carlo Stagnaro ha concluso il ciclo della prima Scuola di Liberalismo di La Spezia raccontando Come si fanno le privatizzazioni  (ci rivedremo il 13 giugno per la premiazione).Con Beatrice Magni e la sua lezione su John Rawls lo stesso giorno ha chiuso i battenti la Scuola di Torino (la premiazione si svolgerà il 20 giugno).Il 17 aprile è stata la volta di Milano dove Corrado Ocone ha chiuso la Scuola con la sua lezione su Liberalismo senza teoria e con un brindisi immortalato dalla fotografia qui accanto (premiazione il 23 giugno).A Roma invece la premiazione è alle porte: avrà luogo lunedì 12 maggio con l’intervento di Ivan Lo Bello e Adriano Teso.La conclusione della Scuola di Liberalismo di Lecce sarà affidata a Mauro Antonetti che venerdì 23 maggio terrà lezione su Sviluppo sostenibile ed energia (premiazione il 22 settembre, ultimo giorno dell’estate 2014).Sempre a maggio (lunedì 26) toccherà a Parma: Edoardo Fregoso concluderà il corso parlando di Vecchi diritti, nuovi diritti. L’evoluzione del pensiero liberale (premiazione il 7 luglio).

 

 I seminari I.E.S. 

Giovedì 15 maggio scadono i termini per la presentazione delle domande di partecipazione ai tre seminari estivi dell’Institute of Economic Studies di Parigi, riservati agli allievi ed ex allievi della Scuola di Liberalismo compresi nella fascia d’età tra i 18 e i 30 anni. Quest’anno i seminari si svolgeranno esclusivamente in lingua inglese. Il primo avrà luogo a Gummersbach in Germania dal 20 al 26 luglio; il secondo a Bansko in Bulgaria dal 27 luglio al 2 agosto; il terzo a Predeal in Romania dal 16 al 20 settembre. La partecipazione è gratuita, tranne le spese di viaggio che sono a carico degli allievi. Maggiori informazioni si possono ottenere consultando il sito www.ies-europe.orgdove si trova anche tutta la modulistica necessaria. Una volta compilata e spedita la domanda, ricordiamo di farcelo sapere scrivendo a [email protected]: come tutti gli anni sarà nostra cura confermare agli amici dell’IES la frequenza dei candidati alla Scuola di Liberalismo. Questa ulteriore segnalazione (o raccomandazione, che dir si voglia) ha quasi sempre funzionato.

 

mercoledì 7 maggio ore 18 in Fondazione: presentazione del libro Internazionalismo liberaledi Guido Lenzi, edito da Rubbettino, con Luigi Vittorio Ferraris, Giorgio Ferrari, Maurizio Stefanini e Valerio Zanone. Presiede Enrico Morbelli.

giovedì 15 maggio ore 18: presentazione del libro “Una rivoluzione per la costituzione del 1820-1821” (agli albori del risorgimento meridonale) di Maria Sofia Corciulo, edito da ESA, con Francesco Bonini e Luigi Compagna. Presiede Saro Freni.

 

 

 

 

 

  Scegli la Fondazione Luigi Einaudi per studi di politica ed economia di Roma per il tuo 5 per mille. È una scelta d’impegno culturale; è una scelta di libertà; è una scelta che non comporta alcun onere se non quello di compilare una sezione aggiuntiva del modulo per la dichiarazione dei redditi. La Fondazione romana intitolata al presidente Einaudi – fondata dal figlio Mario Einaudi e dal leader liberale Giovanni Francesco Malagodi – svolge da più di cinquant’anni un’intensa attività di diffusione del pensiero liberale organizzando incontri, seminari, convegni e mostre, conservando e mettendo a disposizione degli studiosi un cospicuo patrimonio bibliotecario e archivistico, promuovendo ricerche, pubblicando libri. Promuove in Piemonte un museo diffuso interattivo su Cavour, Einaudi e Giolitti. Approfondisce con numerosi partner gli aspetti fondamentali dei nuovi mezzi di comunicazione. In collaborazione con l’università Luiss Guido Carli, attraverso l’OPEOsservatorio per la Politica Energetica, cura l’approfondimento dei problemi energetici. Organizza attraverso l’Associazione dei suoi Amici la Scuola di Liberalismo, quest’anno attiva in dieci città. La Fondazione svolge le sue attività grazie ai contributi e alle donazioni dei sostenitori. Coloro che l’aiutano, col danaro o col lavoro, favoriscono concretamente in Italia lo sviluppo di una cultura della libertà.

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