Gli Accordi di Abramo nella dimensione europea. Terzi: “Importante collaborazione tra Paesi firmatari degli accordi e il mondo Euro-Atlantico”

Gli Accordi di Abramo nella dimensione europea. Terzi: “Importante collaborazione tra Paesi firmatari degli accordi e il mondo Euro-Atlantico”

“Nella preoccupante situazione che si è determinata con l’aggressione russa all’Ucraina e all’Europa, accompagnata dal rafforzamento dell’asse Mosca-Pechino, il valore degli Accordi di Abramo risiede sempre più nella ricerca della stabilità, nella ricostruzione delle basi essenziali per la deterrenza nel rifiuto dell’utilizzo della forza, nell’azione diplomatica e in una crescente collaborazione dei Paesi firmatari degli accordi con il mondo Euro-Atlantico”, lo ha detto Giulio Terzi di Sant’Agata, senatore di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Politiche dell’Unione europea a Palazzo Madama, intervenendo ieri al convegno organizzato della Fondazione Luigi Einaudi proprio per parlare dell’importanza degli Accordi di Abramo in chiave occidentale, ovvero con la prospettiva di allargare l’orizzonte dell’operatività di tale intesa anche al continente europeo per sviluppare nuove relazioni economiche e commerciali tra l’UE e i Paesi degli Accordi.

Oltre a Terzi di Sant’Agata, hanno preso parte all’incontro anche Alon Bar, ambasciatore d’Israele in Italia, Naser M.Y. Al Balooshi, ambasciatore del Bahrain in Italia, Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, Fiamma Nirenstein, senior member Jerusalem center of public affairs, Gabriele Carrer, giornalista di Formiche.net, e Fabrizio William Luciolli, presidente del Comitato Atlantico in Italia. Nell’aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, priva di posti a sedere liberi per il gran numero di ospiti venuti a seguire il convegno, ha aperto il dibattito il segretario generale della Fondazione, Andrea Cangini, che ha poi lasciato la parola a Simona Benedettini (membro del comitato scientifico della FLE) per la conduzione dell’incontro.

“Il rafforzamento della collaborazione tra gli Stati membri dell’UE e tutti i Paesi degli Accordi di Abramo è sempre più necessario”, ha sottolineato Terzi, “soprattutto dopo le intese fra Iran e Arabia Saudita. Da essi può giungere un rafforzamento dello Stato di diritto nell’ordinamento internazionale, una maggior cooperazione sul piano della sicurezza con il contrasto alla proliferazione nucleare iraniana, una collaborazione tecnologica e di sviluppo e una significativa crescita commerciale visto che, per quanto riguarda l’interscambio dell’Italia con i cinque paesi degli Accordi di Abramo, tra il 2021 e il 2022 il nostro Paese ha registrato un incremento complessivo del 25%”.

Questo scenario è stato confermato anche dall’ambasciatore di Israele in Italia Bar che ha spiegato come gli investimenti in Israele da parte dei Paesi della regione, anche nel quadro degli Accordi di Abramo, stiano aumentando in modo significativo. “L’accordo di libero scambio firmato nel 2022 con gli Emirati Arabi Uniti ed entrato in vigore lo scorso primo aprile ne è un esempio. Nel 2021 il commercio bilaterale raggiungeva 1,2 miliardi di dollari, nel 2022 i 2,5 miliardi di dollari, mentre nei primi mesi del 2023 abbiamo raggiunto i 5 miliardi di dollari. Entro il 2027 ci aspettiamo di andare oltre i 10 miliardi”, ha detto l’ambasciatore evidenziando il lavoro da parte di entrambi i governi per rafforzare la cooperazione e facilitare gli investimenti.

L’ambasciatore del Bahrain in Italia Al Balooshi si è invece soffermato sull’importanza della stabilità politica come elemento essenziale per lo sviluppo economico in Medio Oriente. “Possiamo vedere – ha detto – come la firma degli Accordi di Abramo e la conseguente normalizzazione delle relazioni diplomatiche abbiano soddisfatto la dimensione del commercio, in quanto i rapporti commerciali si sono di gran lunga rafforzati, oltre che favorito la sicurezza nella regione”.

Al termine del convegno, significativo è stato l’intervento dell’amministratore delegato di Edison Monti che ha ricordato quanto sia importante “alimentare il percorso di diversificazione nell’approvvigionamento energetico anche attraverso la collaborazione tra le diverse aree geografiche”. Questo perché, ha sottolineato, “il settore dell’energia è uno strumento di collaborazione e cooperazione tra i Paesi, così come un elemento di stabilità, ricchezza e competitività per il settore industriale di qualsiasi Paese”.

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