Sarebbe ingenuo supporre che i cortei giovanili, che hanno animato tante città nel mondo, siano frutto di spontanea e autopromossa adesione alla protesta di una giovane svedese. Eroina per taluni e manipolata per altri. Sarebbe non meno ingenuo immaginare che tutto sia frutto di una suggestione e induzione mediatica, genuina o artificiale che sia. Mettiamola così: una più diffusa coscienza ambientale è solo che bene e se tanti si sono mossi è segno che c’era una non soddisfatta domanda d’impegno civile, d’ideali.
Si cerchi, però, di non affogare tutto nel luogo comune. Tanto più che i governanti del nostro mondo hanno accolto con gioia la protesta, favorendola. Il che dovrebbe indurre a riflettere. Segnalo alcuni punti, sperando che i più giovani abbiano voglia di farne oggetto di opinioni loro e originali.
- La crescita economica non ha portato solo guasti, ma enormi benefici. Grazie alla globalizzazione sono diminuiti drasticamente i morti di fame nel mondo. Si vive meglio e più a lungo. 2. Mai affermare: lo dice la scienza. Non è una setta. Ci sono scienziati che documentano il cambio climatico e individuano nell’uomo la causa, come ce ne sono che sostengono l’opposto. La scienza è ricerca, verifica, confronto. Non verità da deglutire acriticamente. 3. Nessuna manifestazione in Cina. Ciò pone il problema della libertà, ma anche quello dello sviluppo energivoro di chi è indietro. 4. Parlando di furto del futuro, magari, buttiamo un occhio anche al debito pubblico. 5. Noi italiani sporchiamo soprattutto per la (non) gestione della spazzatura. Li facciamo o no, gli impianti per trattarla?
Comunque la si veda il tema ambientale è serissimo. Nonché occasione di ricerca, innovazione e crescita economica. Se ne faccia tema di progresso, non predicazione di regresso.