Il volume ripercorre, nelle grandi linee, la vicenda del liberalismo italiano, attraverso le figure rappresentative di Croce, Giolitti, Albertini, Einaudi, Amendola, Gobetti ed altri, fino alla differenziazione tra Partito liberale e Partito d’Azione e al mutamento di scenario sorto con la nascita dell’Italia repubblicana, quando il Pli, guidato da Malagodi, rinchiuso entro i limiti di una forza di minoranza, si proiettò nella definizione programmatica del liberalismo, oltre l’ipotesi di Croce sul“pre-partito”, e lungo la riflessione sulle trasformazioni dello Stato dopo la crisi del 1929. La ricerca della dimensione partitica e programmatica del liberalismo italiano vide la lacerazione di un movimento politico che oscillò fortemente tra diverse interpretazioni, specialmente dopo il grande dibattito tra Croce ed Einaudi sui rapporti tra liberalismo politico e liberismo economico.
La prospettiva della costruzione di un liberalismo di popolo che, senza forzature autoritarie, seguisse i percorsi democratici della“liberalizzazione delle masse”, è il filo conduttore del volume e, di conseguenza, la chiave interpretativa per riconsiderare una cultura e una forza politica che ha tentato di espandersi e radicarsi dopo la rivoluzione risorgimentale.