Per conformismo, pigrizia mentale o tic culturali ci si continua ad occupare dell’ormai celebre Roberto Vannacci quasi solo in ragione delle sue uscite machiste e/o, come usa dire oggi, sessuofobe. Vecchi cliché che in fondo poco stonano con la divisa da paracadutista e persino col grado di Generale di Divisione. A stonare con la divisa e col grado, e cioè con le uniche ragioni per cui il signor Roberto Vannacci anziché sproloquiare giocando a stecca nel retro di un bar ha assunto la postura, indiscutibilmente riconosciutagli dai media, di maitre a penser della destra e di capopopolo, sono le sue posizioni su Vladimir Putin e sulla Nato. È di questo che si dovrebbe, semmai, parlare.
Perché la notizia è, e non potrebbe non essere, che un alto e pluridecorato ufficiale dell’esercito italiano contesta le decisioni strategiche dell’Alleanza Atlantica, apprezza la leadership putiniana ed è sostanzialmente contrario ai decreti con cui il governo (di cui il suo dante causa, Matteo Salvini, sarebbe pur sempre il numero 2) finanzia l’invio di armi al popolo ucraino. A rendere chiaro che Matteo Salvini abbia voluto farsi scudo del generale Vannacci non solo per “coprirsi a destra” ma soprattutto per, diciamo così, coprirsi ad Est, è la scelta del messaggio che il più o meno leader della Lega ha voluto lanciare il giorno dopo aver dato la notizia della candidatura del generalissimo. Alle 19,39 di ieri Matteo Salvini così la mette su X: “Orgoglioso che, per parlare di Pace, la Lega possa contare in queste elezioni europee su un generale come Roberto Vannacci, che non ha combattuto contro chat o articoli di qualche giornalista di sinistra, ma ha onorato l’Italia prestando servizio in Iraq, in Afghanistan e in Ruanda. Il tema dei conflitti geopolitici sarà centrale nel prossimo quinquennio in Europa.
Qualche leader europeo parla sciaguratamente di nuove missioni mandando i nostri soldati a combattere fuori dai nostri confini. Come Lega lo ribadisco: MAI nel nostro nome”. Dal che si desume che il vicepremier ignori il fatto che in questo momento più di 10mila soldati italiani sono impegnati in missioni militari oltre i confini nazionali e che la consonanza ideale che lo portò a dar vita ad un governo intriso di populismo e di demagogia con il Movimento 5stelle perduri tutt’ora: in vista delle elezioni europee, Giuseppe Conte ha messo nel simbolo del proprio partito la parola “pace”, Matteo Salvini ha messo in lista quel gran pacifista di Roberto Vannacci, detto il Generale. Ad entrambi, Conte e Salvini, giungono dalla Federazione Russa di Vladimir Putin i più sentiti ringraziamenti.