Recuperato tra le sue carte, alla morte del figlio Giovanni nel 1991, viene per la prima volta pubblicato, a poco più di settant’anni dalla sua stesura, un incompiuto saggio di Olindo Malagodi nel quale l’autore, già direttore de «La Tribuna» e testimone del crollo dello Stato liberale e dell’affermazione del regime fascista, intende comprendere le cause, di breve come di lunga durata, dell’avvento del fascismo. Lungi dal considerarlo una semplice «parentesi», Malagodi ritiene il fascismo un vero e proprio «regime avverso» e alternativo di cui va spiegata la ragione storica. Nell’introduzione e nei capitoli che era riuscito a completare prima della morte, oltre che nei commenti e negli appunti su quelli rimanenti e qui ordinati e presentati in appendice, il fascismo diventa per Malagodi l’occasione per una riflessione critica sul sessantennio liberale e le sue grandi questioni inevase. Una sorta di bilancio disvelatore nel quale alcuni di quei problemi, magari nel contrasto con la retorica fascista, assumono una luce diversa che permette talvolta di vedere con occhi nuovi e minore severità il senso di tante invettive e talaltra al contrario di spiegare meglio le ragioni del successo fascista.