Perché le intercettazioni continuano a essere la lingua della democrazia? Perché la distruzione di tante vite e reputazioni non basta a fermare la gogna? Il direttore de Il Riformista, Alessandro Barbano, risponde a queste domande nel suo nuovo libro “La gogna”, edito da Marsilio, presentato questa sera nell’Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, e lo fa attraverso l’analisi del più disastroso terremoto giudiziario della storia repubblicana: lo scandalo del Consiglio superiore della magistratura. Attraverso documenti, testimonianze e indizi inediti, o fin qui ignorati, Barbano torna “sulla scena del delitto”, nella hall dell’Hotel Champagne, dove, secondo la versione ufficiale, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019, un gruppo di politici e magistrati congiurava per mettere le mani sulla procura di Roma.
Un’indagine li ha smascherati, un processo rigoroso li ha espulsi. L’autore spiega perché questo racconto non sta in piedi: troppe incompiutezze legislative, azzardi investigativi, forzature istituzionali e ipocrisie giudiziarie mostrano che, con una scientifica diffusione di intercettazioni e con una narrazione rovesciata dello scandalo, si è compiuto un cambio di potere. Di rottura della forma parla l’autore, spiegando che, in quella circostanza, “le intercettazioni sono state diffuse per la prima volta ai media in corso d’opera, cioè diffuse ai giornali quando Palamara era ancora intercettato. Questa è una cosa che non era mai successa nella storia della Repubblica”. Dopo i saluti istituzionali a cura del presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto, sono intervenuti, moderati dall’avvocato Massimiliano Annetta, il professore di Diritto Penale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Tullio Padovani, l’onorevole Enrico Costa, e il presidente di Sezione del Tribunale di Roma, Alberto Cisterna. “Leggendo il libro ho avuto la convinzione di trovarmi di fronte a un saggio di criminologia fenomenologica, secondo la quale il reato è una realtà sociale diffusa e non tutti i reati si scoprono, esiste una cifra oscura”, ha detto il professor Padovani. “Questo testo, che rappresenta un eccellente esempio di giornalismo investigativo, porta alla luce volti precisi, smaschera, e si basa su verità documentate”, ha aggiunto. “Oggi in Italia non sono divisi i poteri ma ci si divide il potere, e in questo momento storico chi ha la frazione di potere più significativa, a mio avviso, è la magistratura, che è la politica”.
“Purtroppo la giustizia oggi è poco credibile e questo per una grande responsabilità della politica, che utilizza la giustizia come una scorciatoia”, ha detto Enrico Costa. “Molti, per esempio, la usano come clava, soprattutto a livello locale: un lavoro che ho recentemente presentato rivela come su 150 sindaci indagati, a seguito di un esposto presentato dall’opposizione, di destra e di sinistra, quasi tutti sono stati prosciolti”. Nel libro di Barbano, ha aggiunto, “trovo tutte le sfumature della mia attività parlamentare, perché affronta il tema delle intercettazioni senza rilievo penale, del controllo sulle intercettazioni, parla del Trojan, che va regolato rispetto alle intercettazioni ambientali, perché molto più invasivo, del marketing giudiziario e delle prerogative parlamentari”.
È straordinario, ha concluso Cisterna, che Barbano “abbia trovato una verità che altrove è rimasta latente, nonostante abbia basato il suo lavoro su carte già consultate da altri”.