In ricordo del Professore Lorenzo Infantino

In ricordo del Professore Lorenzo Infantino

Addio a Lorenzo Infantino, maestro del liberalismo. La casa editrice Rubbettino si unisce al cordoglio per la scomparsa di Lorenzo Infantino, filosofo sociale, economista e tra i più importanti e influenti interpreti del liberalismo classico in Italia. Professore emerito alla LUISS Guido Carli di Roma, Infantino ha dedicato la sua vita allo studio e alla diffusione del pensiero liberale, diventando un punto di riferimento imprescindibile per chiunque si interessi alle dinamiche sociali ed economiche. Con opere fondamentali come «Alle origini delle scienze sociali», «Cercatori di libertà», «Conoscenza. Governo degli uomini e governo della legge» e «Potere. La dimensione politica dell’azione umana», Lorenzo Infantino ha saputo intrecciare filosofia, economia e scienze sociali, rendendo accessibili temi complessi e aprendo la strada a una comprensione più profonda dei principi del liberalismo e dell’ordine spontaneo. Per Rubbettino è stato un onore pubblicare le sue opere, i suoi lavori, i suoi infiniti contributi e collaborare su importanti progetti di studio e divulgazione del pensiero liberale. Proprio in questi giorni era attesa la seconda edizione del suo «L’ordine senza piano. Le ragioni dell’individualismo metodologico», un’ulteriore testimonianza della sua instancabile ricerca e della sua passione per l’intelletto umano. «Per chi come me ha avuto il privilegio di essere prima suo allievo, poi suo amico ed editore, e aver condiviso con lui importanti progetti per lo studio e la diffusione del pensiero liberale, si tratta di una perdita enorme» afferma Florindo Rubbettino. «Un maestro del liberalismo, studioso rigoroso e profondo, sempre critico verso tutti i dogmatismi e i sistemi di pensiero che riducono la complessità della società. La libertà individuale era per lui il pilastro della società, e ha saputo spiegare con chiarezza e rigore, nel solco della grande tradizione dell’illuminismo scozzese e del pensiero della scuola austriaca, il concetto di ordine spontaneo, mostrando come le regole, le istituzioni e i mercati non siano il risultato di pianificazioni centralizzate, ma emergano dall’interazione tra individui». Ci mancheranno il suo pensiero lucido, la sua passione per il sapere e la sua capacità di trasmettere idee complesse con semplicità e profondità. La sua eredità vivrà attraverso i suoi libri e le idee che ha saputo diffondere, formando generazioni di studenti e lettori.

Rubbettino Editore

Il professore Lorenzo Infantino ci ha lasciati, inaspettatamente, il 18 gennaio. L’Università e la Fondazione Luigi Einaudi hanno perso uno scienziato sociale di grandissimo valore, un punto di riferimento intellettuale fondamentale nel mondo liberale, un amico carissimo. Professore emerito di Metodologia delle scienze sociali alla LUISS Guido Carli, per più di quaranta anni ha formato generazioni di studenti che amava e che lo amavano, a cui sapeva trasmettere la passione per la conoscenza e la comprensione della complessità delle relazioni sociali, frutto di un ordine spontaneo e non del disegno di un pianificatore con un punto di vista privilegiato sul mondo. Interpretare la cooperazione sociale come un ordine senza piano fondato sulla libertà individuale è stato il fil rouge della sua intera produzione scientifica. Lorenzo Infantino aveva messo la ricerca al centro della propria vita, delle proprie giornate. Aveva coniugato la sua formazione economica acquisita all’Università di Siena con lo studio della sociologia, della teoria della conoscenza e della filosofia sociale. Aveva svolto una parte importante della propria ricercaall’Università di Oxford: sul “Times Literary Supplement”, Kenneth Minogue lo ha definito uno “studioso di orientamento anglo-austriaco”. Era una mente teorica e brillante, originale interprete delprogramma di ricerca dell’individualismo evoluzionistico diFriedrich von Hayek che ha, come suo presupposto, ilriconoscimento dell’ignoranza e della fallibilità umane e il procedimento di esplorazione dell’ignoto e di apprendimento costante tramite la correzione degli errori. Era salito sulle spalle dei giganti della tradizione illuminista scozzese – come amava dire – raccogliendone l’eredità e sviluppando una teoria della società fondata sulla cooperazione volontaria, che limita il potere pubblico ad una funzione di servizio. Con la casa editrice Rubbettino, il professore Infantino aveva dato avvio alla collana editoriale “Biblioteca Austriaca” in cui aveva pubblicato le opere classiche della Scuola Austriaca di Economia, curando l’edizione italiana di numerosi testi di Menger, Boehm-Bawerk, Mises e Hayek. Sempre con Rubbettino, aveva pubblicato molte sue opere tra cui “Potere. La dimensione politica dell’azione umana” (2013), “Cercatori di libertà” (2019), “Alle origini delle scienze sociali” (2022), “Conoscenza. Governo degli uomini e governo della legge” (2024). I suoi lavori sono statipubblicati anche da prestigiose case editrici internazionali quali la Routledge e Palgrave Macmillan. In questo periodo stava lavorando con vigore ad un saggio sui fondamenti gnoseologici del totalitarismo che avrebbe introdotto una prospettiva radicale nell’interpretazione delle origini del fenomeno e di cui mi parlava con l’entusiasmo di chi è costantemente innamorato della ricerca. Lorenzo Infantino era un uomo rigoroso, nella vita come nello studio, integerrimo, amava vivere riservatamente, con grande sobrietà e serietà e aveva conservato, intatto, lo stupore della scoperta. Aveva un animo nobile e sensibile, era un gentiluomodell’accademia, di rara umanità e di raffinata cultura, un uomo elegante, dentro e fuori. Chi, come me, ha avuto l’onore e il privilegio di averlo conosciuto, prima come allieva, poi come collega e amica, non lo dimenticherà. Non dimenticherà la sua incontenibile passione per il sapere, la sua forza nel trasmettere i valori del liberalismo, la tenacia e il rigore metodologico con cui intraprendeva ogni nuovo progetto di ricerca. Abbiamo perso un Maestro, abbiamo perso un Uomo grande.

Emma Galli

La scomparsa di Lorenzo Infantino segna una grave battuta d’arresto per l’evoluzione del pensiero liberale italiano. Lo conobbi personalmente soltanto all’inizio del 2016, quando con Giuseppe Benedetto e Davide Giacalone ci imbarcammo in quel visionario progetto di rilancio della Fondazione Luigi Einaudi, che non saremmo riusciti a portare avanti, senza il supporto imprescindibile del Maestro Infantino. Fin da subito rimasi folgorato dall’estrema intelligenza, dalla lucidità del pensiero e dalla straordinaria cultura di Lorenzo Infantino. Ho avuto il privilegio di essergli amico e grazie a lui sono divenuto consapevole dell’enorme debito che il liberalismo mondiale ha maturato nei confronti di intellettuali come Ludwig von Mises e Friedrich August von Hayek, senza i quali il pensiero liberale sarebbe rimasto un polveroso simulacro del passato. Lorenzo Infantino è stato un gran Signore, un gran Signore del Sud, legato com’era alla sua Calabria e alla provincia di Messina, lui che il Sud lo lasciò giovanissimo per studiare e lavorare ma che si portò sempre dentro il cuore, quale attitudine dello spirito. Chi ha avuto il privilegio di frequentarlo, sa che il Professor Infantino quando voleva esprimere un giudizio sintetico e positivo su una persona, diceva semplicemente: “è una persona seria”. La serietà, il rigore interiore ed esteriore, la rigidità del giudizio, prima di tutto verso sé stesso, erano le caratteristiche immediatamente riconoscibili di Lorenzo. Le sue giornate erano scandite da un costante lavoro intellettuale, fatto di metodo e volontà, grazie al quale la Sua Opera è stata riconosciuta e apprezzata all’estero ancor più e ancor prima che in Italia. Ci eravamo sentiti telefonicamente poco più di una settimana fa, avevamo parlato dell’ultimo libro che stava terminando, sul totalitarismo; mi aveva promesso che lo avremmo presentato a Catania e a Villa Piccolo, a Capo d’Orlando (Me), nella prossima estate. E poi mi aveva parlato di altri progetti, molti altri, che avrebbe voluto realizzare. Grazie Lorenzo, mancherai moltissimo.

Andrea Pruiti Ciarello

Ciao Lorenzo. È morto un maestro e un amico, una persona sensibile, un filosofo illuminato, appartato per scelta propria, emarginato perché incapace di compromessi intellettuali. Lorenzo Infantino ci ha insegnato e costantemente ricordato il rigore del pensiero e il fondamento morale dell’azione politica. Lorenzo ha voluto partecipare con noi alla fondazione di Centro Motore, un estremo tentativo di creare una coalizione di volonterosi liberal-democratici. I suoi libri ci ricorderanno sempre la sua voce misurata, la sua passione per la libertà e la sua intelligenza acutissima.

Marco Taradash

Rassegna Stampa

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