Un gruppo di irresponsabili ha messo in moto un meccanismo micidiale. Adesso, ormai, i cocci sono lì, il vaso è rotto e bisogna prenderne atto e capire perché è successo.
Intanto è la prima crisi di governo della storia della Repubblica Italiana innescata da una faccenda di politica estera, perché quello è il discrimine e, attenzione, sarà anche il tema che peserà di più nell’immediato futuro.
Il governo Draghi non è che fosse il solo governo possibile o il governo migliore che si potesse immaginare, anzi se ne possono immaginare di assolutamente migliori. Il punto è che il governo Draghi era lo strumento più adatto a tenere l’Italia in coerenza con gli obiettivi che avrebbero portato, che hanno già portato e porteranno – o dovrebbero portare nell’immediato futuro – all’afflusso di fondi europei che fanno la differenza tra la crescita del prodotto interno lordo e la recessione; fra un costo del debito pubblico che assorbe per intero la nostra capacità di spesa oppure la capacità di avere anche disponibilità per altri impieghi.
Draghi ha ricordato che 33 miliardi sono stati spesi dall’inizio dell’anno per aiutare le fasce deboli in un momento di difficoltà e questo ce lo siamo potuti permettere, perché la ritrovata credibilità non ha reso proibitivo il prezzo del debito. Questo è il governo Draghi.
Dopodiché hanno cominciato a fare i propagandisti da quattro soldi: bisognava discutere sempre il catasto, fino al compromesso indecente del “lo facciamo nuovo subito, però lo usiamo fra qualche tempo”; sulla questione dei balneari; sui tassisti.
E guardate che non è solamente il centro-destra, perché anche il Partito Democratico sul catasto, sui balneari, sul Consiglio Superiore della Magistratura è così via aveva le sue resistenze.
Draghi ha chiesto: “Rimettiamo a punto questa alleanza e proviamo ad andare avanti?” e la risposta è stata “No, non siamo pronti. Preferiamo le elezioni.”
Benissimo. Le elezioni in democrazia non sono mica la fine del mondo, anzi teoricamente dovrebbe essere l’inizio di una legislatura.
Fatemi capire come inizia la prossima legislatura: io sono un elettore di sinistra, ero soddisfatto del governo Draghi e dovrei andare a votare per una roba che è alleata con il Movimento 5 Stelle, che ha fatto cadere il governo Draghi? Per me è invotabile.
Oppure sono un elettore di destra e sono un elettore di destra atlantista e mi riconosco molto bene nelle posizioni, per esempio, di Fratelli d’Italia, che, tra l’altro, sulla questione Ucraina era molto più filo-governativa di quanto non lo fossero diverse forze di governo. Quindi, io che credo in queste cose, vado a votare tranquillo.
Solo che per votare quello, dovrei votare un pacchetto nel quale è compresa l’alleanza con altri: per esempio, Salvini che diceva che Putin è meglio di qualsiasi nostro leader democratico, che bisogna stare attenti agli interessi del Cremlino, che non bisogna esagerare nel provocare il Cremlino, che sta ammazzando donne e bambini in Ucraina. Io dovrei votare quella roba? Per me è invotabile.
E allora? Si può sempre mandare tutti a quel Paese e votare Movimento 5 Stelle. Quale? Il Movimento 5 stelle che ha fatto nascere il governo Conte 1? Anti-europeista e anti-atlantista? Quello che ha fatto nascere il governo Conte 2? Europeista e atlantista? Quello che ha fatto nascere il governo Draghi? Europeista, atlantista e rigorista?
Questa è la scena. Il tema non è che è caduto un governo. Il tema è che è finito questo mondo. Non hanno più assolutamente nulla di coerente da dire. Rimangono solo degli apparati propagandistici, senza lo straccio di un’idea e senza alcun curriculum di serietà e coerenza.