Il gesto grafico offre notevoli vantaggi rispetto all’apprendimento visivo. Le ragioni di questi vantaggi possono essere correlate a fattori come la capacità attentiva, l’elaborazione multisensoriale e quella visiva
Scrivere a mano non è un gesto romantico e antiquato, ma favorisce soprattutto nei bambini della scuola elementare l’apprendimento di nuove parole. Lo dimostra un nuovo studio pubblicato su Acta Psychologica, e condotto da un team di esperti della Shenyang Normal University (Cina), che ha verificato come il gesto grafico sia in grado di offrire notevoli vantaggi rispetto all’apprendimento visivo.
Quando iniziano a scrivere con la matita le prime parole, i bambini devono fare molteplici sforzi: prima di tutto devono vedere quali letterine compongono il nome o il verbo, poi devono guidare la mano, per impugnare correttamente la matita. E, solo in un secondo momento, possono trasformare il gesto grafico in una parola di senso compiuto. È un lavoro complesso, che con il tempo diventa automatico, ma che coinvolge il cervello in modo diverso rispetto alla digitazione o all’apprendimento visivo, perché è in grado di combinare più sensi. Leggere le parole su uno schermo o una pagina si basa esclusivamente sull’input visivo, che potrebbe non imprimersi nella memoria in modo altrettanto forte.
Durante la ricerca, che ha valutato i vantaggi concreti della scrittura a mano nell’apprendimento dei tre aspetti critici delle parole inglesi (forma, ovvero la struttura, suono e significato), sono stati coinvolti 40 studenti di sesta elementare (20 maschi, 20 femmine, età media 11 anni). Divisi in due gruppi, i bambini hanno dovuto imparare parole inglesi tramite scrittura a mano o tramite lettura visiva. Successivamente sono state testate le capacità di riconoscere le forme delle parole, abbinare i suoni e identificare i significati.
I risultati dimostrano che il gruppo dei piccoli amanuensi batte gli studenti digitalizzati in quasi tutte le categorie: i bambini che scrivono a mano imparano a essere più accurati, commettono meno errori e hanno tempi di risposta più rapidi nei compiti. Come mai? Secondo gli esperti, scrivere le parole a mano costringe i bambini a rallentare e a prestare molta attenzione alle forme e ai dettagli delle lettere. «Le ragioni di questi vantaggi possono essere correlate a fattori come la concentrazione attentiva, l’elaborazione multisensoriale e visiva dettagliata», confermano gli autori.
Lo studio ha comunque qualche limite. Prima di tutto, coinvolge solo bambini di 11 anni, quindi non è chiaro se la scrittura a mano offra benefici simili ai più piccoli o ai più grandi. E, soprattutto, non fa un confronto con la scrittura digitale, che sta diventando sempre più presente nelle scuole, di ogni ordine e grado. Resta però importante sottolineare, secondo i ricercatori, che la scrittura a mano non insegna solo ai bambini come formare le lettere e associarle all’interno di una parola, ma ne rafforza la comprensione: non esiste un altro strumento di apprendimento così potente.
Valentina Rorato, corriere.it