Fra un anno saremo qui a discuterne. E già questo dice molto di quanto le vie delle semplificazioni incrocino quelle delle complicazioni. Fra un anno, infatti, sarà prossimo il 31 luglio del 2021. Nel frattempo non si sa se le semplificazioni del decreto semplificazione si saranno dimostrate un cocchio lucente, ma già si sa che a quella mezzanotte torneranno a essere zucca condotta da roditori. Scadrà tutto. Sicché, appunto, fra un anno staremo discutendo di proroga delle deroghe. E sarà la migliore delle ipotesi, perché la peggiore è che non varrà la pena neanche parlarne, tanto non avranno funzionato.
Nel frattempo si sarà assodato che non si possono fare gare in modo semplice e regolare, giacché semplificare lo si intende nel senso di non gareggiare, ma negoziare e assegnare. E siccome si afferma, perentoriamente, che non ci saranno spazi per delinquenti, se ne dovrebbe dedurre che stanno più comodi dove si compete fra offerte in concorrenza. Conclusione sconclusionata, meglio rinunciare a supporre esista una logica. Nell’assegnare senza gareggiare, però, ci si dovrà attenere a criteri di rotazione, per evitare sospette permanenze. Come si possa ruotare nel corso di un solo anno è altro elemento oscuro, a meno che non ci si riferisca all’ordinare libagioni nei bar dei dintorni.
Le aziende che lavorano con la pubblica amministrazione, in attesa d’essere pagate con comodo e in tempi che, fra privati, sarebbero considerati illegali (lo sono anche per la mano pubblica, ma se provi a denunciarla quella ti dice che forse hai ragione, ma per i lustri necessari al giudizio non puoi più lavorare stringendola, dovendosi prima dirimere la pendenza, la qual cosa spetta pur sempre a una pubblica amministrazione, ma qui si entra nel sofisma), quelle aziende, dicevo, dovranno regolarsi secondo i criteri e le norme generati per semplificare. Tempo di capirli e farli funzionare che già s’approssimerà la scadenza. Districarsi comporterà rivolgersi a consulenti esperti, o presunti tali, il che non semplifica poi molto.
Dice il presidente del Consiglio che, grazie a questo sforzo notturno, 130 opere pubbliche, fin qui decise ma bloccate, prenderanno avvio. Speriamo acquisiscano abbrivio sufficiente, prima di rifermarsi alla prossima estate. Che sarà comunque di stessa spiaggia e stesso mare, nonché stesso gestore dello stabilimento balneare, perché anche lì le gare non si fanno né si faranno. Certo, ovvio, senza spazio alcuno per la criminalità. Nel senso che è già tutto occupato in sostanziale proprietà.
Infine: ci sarebbe da fare la rete 5G e ci sarebbe da evitare che i campanili ci mettano bocca, provando a sostituirsi alle suonerie. Giusto di primo mattino leggevo il prof. Mario Libertini, sul Sole 24 Ore: “i comuni non possono impedire la copertura”. Il sole era caldo quando Reggio Calabria ribadiva che intende impedirla. Ci si rivede alla prossima semplificazione.
Pubblicato da Formiche