La retorica ipocrita dei finti pacifisti continua a contestare e criticare l’invio delle armi e il sostegno all’Ucraina. Si tratta di una visione miope e ottusa perché non si rende conto o finge di non capire che non può esserci compromesso trattativa o con la follia genocida Putin e che ai confini dell’Europa non si combatte solo per la libertà del popolo ucraino, ma soprattutto per la difesa dei valori dell’occidente libero. Dunque, non può esistere alcuna pace che non sia il risultato di una piena sconfitta del paese che utilizza il deterrente del proprio arsenale nucleare come leva per minacciare la sovranità di popolazioni libere.
Venendo a questioni meno elevate, di recente si è diffusa la moda di denunciare le lunghe code alle stazioni dei taxi in particolare a Roma Termini e Milano evidenziando come l’insufficiente offerta di questo servizio sia indegna di un paese avanzato come dovrebbe essere il nostro.
Questo si traduce anche in un astio e una condanna ingiusta per la categoria dei taxisti.
Se quantità e qualità del servizio in molte città italiane è indegna di un paese civile dovremmo prendercela con i taxisti o con la classe politica, che non è in grado di risolvere una questione tutto sommato marginale?
Molte delle riforme di cui necessita questo paese dalle pensioni al fisco sono difficili da implementare perché toccano gli interessi di milioni di persone e presentano un costo politico rilevante – cosa esattamente impedisce di porre fine alla mancanza di qualche di centinaio licenze e di intervenire su una categoria composta da qualche migliaio di persone?
Cosa rende questo settore così intoccabile a fronte di numeri tanto esigui?
Non prendetevela con i taxisti che al pari dei ristoratori e albergatori delle località turistiche si limitano a cogliere le opportunità che gli sono offerte, ma chiediamoci come fa una classe politica ad essere tanto debole da non riuscire a gestire una questione tanto marginale.