Benvenuti a la #FLE al Massimo oggi andiamo fuori di testa e parliamo di un salvataggio bancario che potrebbe non essere il peggiore di tutti i mali.
Mi riferisco ai rumor in base ai quali fallita l’ipotesi di un matrimonio fra Unicredit e MPS potrebbe essere in discussione una sorta di “colletta” a carico dei principali istituti bancari per trovare l’ennesima soluzione di sistema a una crisi bancaria.
Non sappiamo quanto questa ipotesi sia realistica e per ora abbiamo solo una proposta formulata dall’economista ex BCE Ignazio angeloni e dei rumors secondo i quali il presidente del consiglio Mario Draghi potrebbe considerare positivamente questa strada.
Se lo dice super Mario ci facciamo andar bene anche l’ennesima forzatura in base alla quale si indeboliscono le banche sane pur di non ammettere che quella malata andava messa in liquidazione?
La risposta è più complicata di quel che sembra. Come più volte spiegato in questo podcast interferire con risorse pubbliche (o risorse private soggette a pubblica moral suasion) per evitare il fallimento di un’impresa è una soluzione che distrugge valore per la collettività e porta vantaggi solo a una limitata minoranza di individui. Tuttavia, quando l’ottimo teorico non è percorribile bisogna accontentarsi del male minore.
Nel 2016 a fronte dell’evidenza che non esisteva una soluzione di “mercato” alla crisi della banca più antica del mondo, la banca centrale e la commissione europea hanno voluto credere che il problema fosse di temporanea illiquidità e hanno accettato che il governo impiegasse 5,4 miliardi dei contribuenti in una ricapitalizzazione precauzionale di un istituto che oggi vale 1 miliardo.
Nel 2021 Unicredit ha stimato che ulteriori 2 miliardi di ulteriore aumento di capitale più un beneficio fiscale di importo similie, uno scudo contro 9 miliardi di cause passive e lo smobilizzo di tutti i deteriorati non fosse sufficiente a rendere neutrale l’acquisizione della banca.
Se l’ennesima e speriamo ultima operazione di sistema potesse risparmiarci lo stillicidio al quale abbiamo assistito con Alitalia sarebbe probabilmente il male minore. Nei prossimi giorni sapremo quanto questa ipotesi è realistica, quello che è certo che parafrasando Milton Friedman non esistono Salvataggi Gratuiti e il conto da pagare è plausibile che non sia lontano dai 7 miliardi sui quali si è infranta la trattativa con Unicredit.
Questo è tutto per #laFLEalMassimo appuntamento alla prossima settimana.