Bentornati alla #FLEalMassimo qualche giorno fa ricorreva l’anniversario del giorno nel quale le truppe dell’armata rossa nel 1945 liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Il mondo libero ha deciso di celebrare in questa data il Giorno della Memoria, la commemorazione delle vittime dell’Olocausto.
Nel piccolo di questa rubrica non vi è alcuna ambizione di dire qualcosa di nuovo o di particolarmente significativo su temi così grandi è tuttavia un dovere morale per chiunque abbia a cuore i temi riguardanti la libertà individuale aggiungere la propria modesta voce al coro di chi in tutto il mondo vuole affermare con forza che uno dei presupposti fondamentali affinché crimini contro l’umanità come quelli realizzati dal regime nazista non si ripetano è quello di non smettere mai di ricordarne l’incredibile atrocità.
Ricordiamo allora la gravità e la verità di una delle pagine più buie della storia dell’uomo, poiché in epoca di revisioni fantasiose, disinformazione e infodemia è importante e fondamentale ribadire la verità di questo tragico evento storico. Dopo questo primo e fondamentale passaggio, visto l’indirizzo di questa rubrica, proviamo ad elaborare qualche elemento ulteriore
Tutti i principali crimini contro l’umanità, dagli orrori nazisti ai gulag sovietici passando per le persecuzioni religiose, sono possibili in contesti dove si è già verificata la negazione della dimensione individuale e della libertà personale e si è cercato di affermare la supremazia di inesistenti entità collettive dominanti come la razza ariana o il partito, che sono strumentali solo alla concentrazione del potere nelle mani di pochi individui. Dunque, l’odio, il razzismo e le discriminazioni in qualche modo seguono alla negazione dell’individuo su cui si fondano le società aperte in cui viviamo.
Dunque, tutelando il rispetto della libertà individuale si sbarra all’ingresso la strada che porta alla creazione dei campi di concentramento e si attaccano le fondamenta delle costruzioni intellettuali in base alle quali si è realizzata nella storia l’oppressione dell’uomo. Riprendendo una frase del Talmud: chi salva una vita, salva il mondo intero.
Per la Fondazione Luigi Einaudi avete ascoltato #laFLEalMassimo arrivederci.