#laFLEalMassimo – Episodio 58: Spero che i russi amino i loro bambini

#laFLEalMassimo – Episodio 58: Spero che i russi amino i loro bambini

Nuovo episodio de la #FLEalMAssimo oggi prendiamo il titolo da una celebre canzone degli anni ’80, “Russians”, che ci riporta al tempo della guerra fredda, per fare i conti con una minaccia che credevamo superata e che la brutale invasione dell’Ucraina ha riportato tragicamente al centro dell’attenzione.

Nei podcast precedenti abbiamo tributato onore al popolo Ucraino, che difendendo se stesso difende anche la libertà dell’Occidente dall’avanzata delle società chiuse, ribadiamo la richiesta ai nostri governi di fare il possibile per sostenere la resistenza.

Se di fronte a un’aggressione di questo genere è corretto riferirsi al popolo attaccato come a un’entità unica non dobbiamo perdere di vista la dimensione individuale, che rimane sempre la prospettiva più appropriata per analizzare le vicende umane.

C’è un popolo russo che sostiene Putin, c’è un esercito russo che obbedisce agli ordini scellerati di attaccare una popolazione inerme. Ma c’è anche un grande numero di individuai i russi che hanno deciso di mettere a repentaglio la propria sicurezza per opporsi ad una guerra senza senso.

Cittadini russi che scendono in strada a manifestare e per questo vengono arrestati, soldati russi che disertano e decidono non eseguire ordini che ritengono inaccettabili. Esistono eroi nel popolo russo, come Alexei Navalny che dopo essere scampato al tentativo di avvelenamento è ritornato in Russia per portare avanti la sua battaglia di libertà.

Dunque assistiamo alla guerra di un popolo aggredito da un altro, poiché se Putin rimane al comando, anche se non dispone di un consenso unanime è in ogni caso sostenuto da una parte significativa del popolo russo.  Ma sono solo gli individui a poter porre fine alla guerra e a salvare la nostra libertà.

Gli individui che possono scegliere da che parte stare e assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni. Scegliere di stare dalla parte di chi è stato invaso e non dell’invasore. Scegliere di non rendersi complici di massacri ai danni di persone innocenti. Scegliere di non mettere in pericolo il futuro delle nuove generazioni alimentando ulteriormente un conflitto che potrebbe degenerare in modo imprevedibile.

Oggi, come nella canzone di Sting di 40 anni fa, dobbiamo confidare nel fatto che i russi amino i loro bambini e che si oppongano al disegno dell’uomo che oggi li governa.

Per la Fondazione Luigi Einaudi questa era la FLE al Massimo.

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