Triste episodio della #FLEalMassimo quello che segue alla pubblicazione delle atrocità commesse nella zona di Bucha in Ucraina da parte dell’esercito invasore ai danni di cittadini inermi, spesso trucidati a mentre erano immobilizzati con le braccia legate dietro la schiena.
L’atteggiamento che assumiamo nei confronti di quelli che sono documentati come crimini contro l’umanità è un elemento fondamentale che ci qualifica come esseri umani. Per differenza, non può definirsi umano chi a fronte di questi eventi premette dei “se” e dei “ma” o si perde dietro a narrative o divagazioni che a fronte di evidenze come queste risultano inaccettabili.
Intendiamoci, in tempo di pace, nelle società aperte possiamo accettare legittimi dubbi, inchieste su eventuali falsificazioni e possiamo anche ascoltare le ragioni dei criminali reputandoli innocenti finché la loro colpevolezza non viene provata in giudizio.
Ma non si può divagare o perdersi dietro discussioni astratte mentre a breve distanza dalle nostre case viene compiuto un vero e proprio genocidio. Le immagini di Bucha sono state riportate e confermate da fonti indipendenti, chi ne discute la veridicità distogliendo l’attenzione dall’urgenza di intervenire per fermare quelle atrocità, si rende complice del massacro.
Di fronte a questi crimini c’è una sola reazione che può avere un essere umano, attivarsi e fare tutto il possibile perché lo scempio finisca al più presto. Come giustamente richiesto da Roberta Metsola è necessario attivare un embrargo immediato per esercitare ulteriore pressione sugli invasori.
Come più volte detto in questo podcast occorre fornire alla popolazione ucraina tutte le risorse e le armi di cui ha bisogno per difendersi. Abbiamo già detto che l’invasione russa è un attacco alla nostra libertà e alla nostra cività. Dopo Bucha aggiungiamo che si tratta di un attacco anche alla nostra umanità e chi non lo capisce o non lo riconosce non può definirsi umano.