Contro i massacri senza senso
Nuovo episodio della FLE al Massimo, dopo aver parlato a lungo dei massacri legati alla folle invasione dell’Ucraina da parte della Russia oggi parliamo di alcune tragedie che avvengono in tempo di pace, ma presentano molte similitudini con quanto avviene nelle regioni in guerra.
Un diciottenne armato di fucile semiautomatico e protetto da un giubbotto antiproiettile ha ucciso 19 bambini e due adulti in una scuola, in Texas. Questa folle aggressione criminale presenta molte similitudini con una sparatoria analoga avventa lo scorso 14 maggio a Buffalo, dove dieci persone di colore sono state uccise in un supermercato.
Secondo quanto riportato da diversi media è stata la peggiore sparatoria in una scuola americana dopo il massacro di Sandy Hook del 2012.
Come si concilia la legittima aspirazione individuale di difendersi ed eventualmente possedere delle armi, con il pericolo concreto che questo tipo di libertà possa ledere la sicurezza delle comunità in cui viviamo?
A questo proposito non si può che ribadire un elemento centrale del pensiero liberale: la mia libertà termina dove comincia quella degli altri.
Il possesso e l’utilizzo di qualsiasi strumento, come le armi da fuoco, suscettibile di essere utilizzato per causare danni ad altri individui deve essere regolamentato e disciplinato in modo da rendere minimo il rischio di conseguenze negative per la collettività.
Non c’è libertà individuale che si possa invocare per comportamenti che mettono a rischio gli altri e chi non comprende questo principio elementare non può in alcun modo definirsi liberale.
Fermo restante il massimo rispetto per le culture e le civiltà che vogliono consentire agli individui di possedere delle armi, un sistema che non è in grado di prevenire efficacemente il loro impiego per massacrare cittadini innocenti è un sistema che non può dirsi né civile né dotato di cultura.
Concludiamo con l’augurio che negli Stati Uniti vengano presi i provvedimenti opportuni per limitare l’uso improprio delle armi e che tragedie come quelle alle quali abbiamo assistito in questi giorni non debbano più ripetersi.