Questa rubrica continua a ribadire in apertura il proprio sostegno al popolo ucraino e la condanna dell’inaccettabile aggressione perpetrata dalla Russia – la vittoria non è lontana e speriamo di poter chiudere presto questa triste pagina della storia contemporanea.
Negli ultimi giorni prosegue il braccio di ferro tra la Commissione Europea, che vuole abolire le retrocessioni di commissioni sul collocamento di prodotti finanziari e quasi tutti i governi europei, che invece cercano di tutelare una chiara rendita di posizione delle banche commerciali e delle reti di promotori, con l’unica lodevole eccezione dell’Olanda, che insieme all’Inghilterra ha abolito questo istituto
Di che cosa parliamo? In larga misura, in Italia, ma anche negli altri paesi europei, la consulenza finanziaria su come gestire i propri risparmi viene fornita da soggetti che guadagnano delle commissioni in base ai prodotti che vendono. Ora la Commissione Europea, insieme a tutti quelli che hanno degli occhi per vedere e un cervello per pensare, ravvisa in questo processo un conflitto d’interessi e richiede che siano vietate le retrocessioni di commissioni e che il compenso per la consulenza finanziaria sia fatturato separatamente.
Perché è così difficile rimuovere un ostacolo tanto evidente alla libertà di scelta dei risparmiatori europei? L’ovvio motivo è che queste commissioni rappresentano una voce molto rilevante per le banche commerciali e per le principali reti di distribuzione che oggi le percepiscono a prescindere dalla consulenza effettivamente prestata.
I nostri governanti ci vorrebbero far pagare e tacere, perché evidentemente credono che le rendite di alcuni meritino maggior tutela della libertà di scegliere di altri. Ma anche in questo caso, la conoscenza e la competenza si rivelano i più grandi presidi di libertà: grazie alla tecnologia e all’innovazione finanziaria consulenza indipendente e risparmio gestito a basso costo sono già disponibili alla portata di tutti, vi basta un click e sul tema vi segnalo anche la mia newsletter e podcast della finanza in soldoni.
Concludo con un pensiero per i 63 migranti morti al largo delle coste dell’Italia meridionale quando la loro imbarcazione ha urtato contro gli scogli, anche perché le vittime di questa tragedia sono molte di più. Secondo l’ONU, negli ultimi anni il numero di persone uccise o disperse nel tentativo di entrare illegalmente in Europa attraversando il Mediterraneo è salito a più di 2.000 all’anno un numero spaventoso di cui dovremmo vergognarci.