Questa rubrica si apre e si aprirà con un messaggio di sostegno all’Ucraina ingiustamente aggredita dalla Russia finché il conflitto non avrà termine e l’invasore non sarà stato respinto fuori dai confini della nazione invasa
La protesta degli studenti universitari in tenda contro il caro affitti divide i commentatori tra chi esprime solidarietà per le limitazioni imposte al diritto allo studio e chi invece condanna la limitata capacità di fare sacrifici che caratterizzerebbe le nuove generazioni
Questa rubrica senza l’arroganza di chi pensa che il suo giudizio abbia valenza generale si limita molto modestamente a evidenziare che la possibilità di accedere agli studi universitari ha un costo e che la decisione su chi deve pagare il conto ha come sempre natura politica
Tutti concordiamo che in una nazione civile uno studente meritevole non dovrebbe rinunciare alla formazione perché non può permettersele e aiutarlo a portare avanti i propri studi è probabilmente uno degli investimenti migliori che si può fare con il denaro della collettività
Il diavolo rimane nei dettagli: se lo studente meritevole è anche ricco forse non è così intelligente finanziare i suoi studi universitari con le tasse di ha dovuto rinunciare agli studi per lavorare.
La questione è più complessa di quel che sembri ma resta valido un principio semplice: non ci sono esistono pasti gratis e serve sempre un motivo solido per convincere qualcuno a pagare al nostro posto.
Dunque la risposta agli studenti dovrebbe andare nella direzione di un sostegno a chi è bisognoso e meritevole e diverse misure in tal senso esistono già, senza inventarsi diritti all’università sotto casa o alla casa sotto l’università che non è chiaro chi dovrebbe finanziare.