Questa rubrica conferma in apertura il sostegno alla battaglia portata avanti dal popolo Ucraino per la difesa della propria sovranità e in via indiretta anche della nostra libertà e celebra il sacrificio degli eroi silenziosi come Navalny e rigettando le illazioni di Putin in merito a un eventuale ruolo dell’Ucraina nell’attacco terroristico subito di recente dalla Russia.
Mente il quadro geopolitico si conferma incerto e con la concreta prospettiva che nuovi fronti di guerra si aprono sia sul campo che su altri versanti (dal commercio alla sicurezza informatica) un altro elemento di attenzione è costituito dalla curiosa “divisione del lavoro che si va delineando tra gli Stati Uniti e l’Europa
Al di là del mare Atlantico si sperimenta, si investe e si alimenta il fuoco sacro dell’innovazione, che negli ultimi decenni ha prodotto internet, gli smartphone, i social media e altre rivoluzioni tecnologiche più specifiche che hanno modificato il nostro modo di vivere e di lavorare e potrebbero farlo ulteriormente nei prossimi anni (si pensi anche solo alla possibilità di lavorare da remoto che è conosciuto una forte accelerazione durante la pandemia). In America hanno aperto la strada all’Intelligenza Artificiale generativa e si dirigono verso la sfida di quella generale, mentre in Europa ci vantiamo di aver già regolato quello che non comprendiamo ancora e creato argini e ripari da rischi che non sappiamo neanche se esistono veramente.
Con l’antitrust, che di recente ha colpito Apple, ci illudiamo di tutelare i consumatori e di sanzionare gli abusi di posizione dominante, ma di fatto puniamo il successo che non siamo capaci di conseguire e ci abbandoniamo a ritorsioni contro imprese che realizzano ogni giorno una centralità e sovranità del consumatore. Questa divisione avrà conseguenze rilevanti in futuro e si sta già sedimentando in un substrato culturale che ci vede subire passivamente il vento del cambiamento, non di rado osservandolo con sospetto e diffidenza mentre specializziamo nella regolamentazione che inizia con le migliori intenzioni, ma finisce troppo spesso per degenerare in una burocrazia autoreferenziale, che ostacola l’iniziativa individuale, l’innovazione e ci rende meno liberi e più poveri.