«Gli accordi di Abramo firmati il 15 settembre 2020 rappresentano una pietra miliare nella storia del Medio Oriente». A dirlo è stato Omar Obeid Mohamed Alhesan Alshamsi, ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti in Italia che oggi ha partecipato al convegno online “Gli accordi di Abramo: una speranza per il futuro”, organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi. L’ambasciatore ha rimarcato i valori di pace, coesistenza e tolleranza degli Eau in una «nuova visione di prosperità globale» importante per le generazioni future.
Una speranza che per Dror Eydar, ambasciatore di Israele in Italia, rischia di essere minata dall’Iran, che definisce «una minaccia per la pace mondiale». «I Paesi arabi moderati – ha aggiunto il diplomatico – hanno capito quello che non tutti in Europa hanno ancora capito. Il programma nucleare [dell’Iran] e le sue attività per armarsi di missili a lungo raggio minacciano non solo il Medio Oriente, ma anche l’Europa. Le sue attività terroristiche hanno raggiunto anche il suolo europeo, in maniera diretta o attraverso Hezbollah. Invito i Paesi europei a unirsi a noi, Paesi dell’asse moderato, nello sforzo comune per frenare la minaccia iraniana, al fine di garantire la sicurezza e la pace regionale. Un Medio Oriente sicuro e stabile è cosa buona che per l’Europa».
L’ambasciatore ha passato velocemente in rassegna la storia di una «famiglia allargata che una volta, migliaia di anni fa, si è separata», parlando di Isacco e Ismaele, figli dello stesso padre Abramo. «Ciò che abbiamo in comune è infinitamente più grande di ciò che ci divide», ha commentato e ha ricordato anche le parole del profeta Isaia incise su un muro di fronte all’ingresso del Palazzo dell’Onu di New York e che riguardano la pace nel mondo: «Si può dire che, con gli accordi di Abramo, abbiamo avuto il privilegio di compiere una serie di passi significativi verso la realizzazione di questa visione», ha concluso.
Il Messaggero