Non comprendo i tentativi, ingenui o malevoli, di convincere Davigo dell’errore delle sue affermazioni sul rapporto politica-giustizia.
Davigo da una vita la pensa allo stesso modo e si comporta coerentemente con il suo pensiero.
Il problema non è nè Lui, nè la magistratura, il problema è la Politica.
Infatti, se Davigo, con l’appoggio del grillismo, del salvinismo e via discorrendo, sostiene la necessità di introdurre nella nostra legislazione la figura dell’agente provocatore (cioè il poliziotto che sotto copertura va ad offrire tangenti ai politici), se teorizza il principio della presunzione di colpevolezza rispetto a quello della presunzione di innocenza, se ritiene di dover “difendere” il Paese dal malcostume (cioè dai peccati) e non solo dai reati, perché la colpa dovrebbe essere sua?
Se i suoi colleghi di concorso ritengono di nominarlo loro Presidente e portavoce, per quale motivo il problema sarebbe Davigo ?
Davigo dice e fa quello che pensa.
Chi non la pensa allo stesso modo ha mille maniere, facendo politica, di dire e fare il contrario.
Fare politica non vuol dire limitarsi a declamare principi.
Nel mio Paese, ci si presenta a libere elezioni dicendo “io la penso all’opposto di Davigo e se i cittadini elettori, gli unici sovrani, la pensano come me e mi daranno i suffragi necessari, il primo atto che proporrò e voterò sarà la separazione delle carriere tra chi giudica e chi accusa; quindi riformerò il CSM in modo da scoraggiare la costituzione di correnti (rectius di partiti) di magistrati; modificherò la fictiodell’obbligatorietà dell’azione penale, principio in nome del quale il singolo magistrato decide quale reato perseguire e quale fascicolo può restare ad ammuffire nel cassetto; proporrò una riforma legislativa per cui la galera certa si ottenga all’esito di una condanna e non preventivamente per cercare prove in vista di un processo”.
Nulla di stravolgente come si vede, semplicemente il sistema giudiziario delle
democrazie occidentali.
Se gli elettori mi premieranno non medierò, realizzerò quello per cui mi sono impegnato.
All’opposto se premieranno Grillo, Salvini e compagnia cantando, vuol dire che la pensano come Davigo. E, in quel caso, mi inchinerò al volere degli elettori, sarà l’Italia dei magistrati militanti, del giustizialismo governante.
Semplice no ?
A margine aggiungo che se dovessero vincere Davigo & C. valuterò con attenzione, se i governanti me lo consentiranno, il Paese dove passare il resto della mia vita, dimettendomi da italiano.
Ma questo interessa solo me e la mia famiglia.
Giuseppe Benedetto
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