La scommessa non è da poco: far rinascere in Italia il partito liberale con un nuovo nome “Libera Italia” e con una piattaforma digitale che garantisca il massimo dell’apertura nei confronti dei cittadini. A guidare la nuova formazione politica è Antonio Fiumefreddo, avvocato siciliano ed ex amministratore unico di Riscossione Sicilia, eletto segretario nazionale giovedì scorso.
Fiumefreddo, è una bella sfida quella di guidare un movimento che vuole essere l’erede del Pli.
È una sfida importante nella quale siamo stati incoraggiati dall’Alde, il gruppo dei liberali all’europarlamento, al quale aderiamo, e dalla Fondazione Einaudi.
Come pensate di declinare oggi i principi ispiratori del vecchio partito liberale?
Una moderna forza liberale oggi non può che partire dal merito. Università, scuola, lavoro, professioni, pubblica amministrazione: il ritorno al merito deve essere la nostra bussola. Sono convinto che questo sia il solo modo per mettere un argine ai guasti particolarmente avvertiti oggi in Italia.
Le priorità del vostro programma?
Alla battaglia liberale per il ritorno al merito aggiungo quella per il rilancio del tema della qualità della vita. Un tema che lego alla qualità dell’alimentazione. Assistiamo a una caduta delle garanzie che riguarda il sistema globale. Se si pensa che l’Italia è leader mondiale nel settore alimentare, ne deriva che il nostro Paese ha anche una responsabilità morale nel difendere il diritto alla qualità dell’alimentazione. Che poi, a cascata, si trasforma anche in risparmi sanitari.
Come pensa di organizzare il partito nell’era di internet e dei social?
Il partito nasce avendo chiara la necessità di una vera e propria rivoluzione tecnologica: per noi il digitale va applicato a tutti i servizi. Ispirandoci a questo principio ci doteremmo di una piattaforma digitale.
Vi siete ispirati al “Rousseau” dei Cinque stelle?
Per noi quella è una piattaforma troppo chiusa. La nostra si chiamerà “Popper” dal nome del teorico della società aperta. E con questa piattaforma digitale garantiremo il massimo dell’apertura e dell’interattività a tutti i cittadini.
Su quali temi economici punterete?
Partiamo dall’assunto che è fondamentale avere uno Stato più leggero. E insieme ad esso, anche un fisco più leggero e semplice. Pensiamo a tre sole aliquote ispirate non alla logica patrimoniale ma della solidarietà. E puntiamo a riallacciare un dialogo con il mondo delle imprese. Il nostro dna è legato alla tradizione dell’iniziativa privata in Italia, per noi resta essenziale l’interlocuzione con il mondo della produzione.
Mariolina Sesto, Il Sole 24 Ore 8 ottobre 2017