Il liberalismo di Benedetto Croce e la “società aperta” di Popper sono stati al centro della nuove lezione della Scuola di Liberalismo coordinata da Pippo Rao, che si tiene nell’aula “Boris Giuliano” dell’Aulario universitario. Ad approfondire i temi, il prof. Giuseppe Giordano, allievo di uno dei massimi studiosi di Croce a livello internazionale, il compianto Girolamo Cotroneo; docente di storia della filosofia del nostro Ateneo, direttore del Dicam, autore di molteplici saggi su Croce, Hegel, Vico, ma anche sul tema della complessità e dei rapporti tra filosofia, fisica e scienze.
Nel primo incontro, il relatore ha messo in evidenza come Croce sia riuscito nei suoi articolati e illuminanti studi a delineare, in varie fasi, la vita spirituale e razionale dell’individuo, suddivisa tra economia, morale, estetica e conoscenza logica, in una “circolarità di conoscenza e azione” volta a comporre l’uomo “intero” e complesso. Il liberalismo crociano – ha osservato il prof. Giordano – pone al centro della sua riflessione la responsabilità individuale e l’agire eticamente, elemento che comporta la capacità di ogni individuo di opporsi con un impegno militante a ogni tipo di tirannia. La libertà caratterizza ogni fase della storia, da cui si sviluppa lo “storicismo” crociano, che pone la libertà “interna alla storia” come oggetto e soggetto del divenire storico». Nel secondo appuntamento il prof. Giordano si è soffermato su “Popper e il liberalismo come società aperta”. Il grande filosofo austriaco proponeva un visione liberale riformista in opposizione alla visione “chiusa” e rivoluzionaria delle ideologie totalitarie, in cui coincidono stato e società, limitando le libertà individuali.
Sergio Di Giacomo