Sul tema del municipalismo democratico in età giolittiana si è ormai accumulata una discreta letteratura, che ha permesso di chiarire il contesto generale all’interno del quale fiorirono a livello amministrativo le alleanze fra liberali progressisti, radicali, repubblicani, socialisti, di illustrare il nesso fra il quadro politico nazionale e le differenti realtà locali, il ruolo della massoneria come “partito trasversale” delle forze democratiche, la funzione dell’anticlericalismo quale collante ideologico dei blocchi popolari. Non poco lavoro rimane da fare, tuttavia, sia sul piano euristico sia sul piano interpretativo per quel che riguarda l’effettiva azione di governo della città compiuta dai blocchi popolari, così come per ricostruire i profili biografici, la formazione culturale e lo specifico contributo dei principali protagonisti di quelle esperienze. Ciò vale anche per quella che fu una delle più importanti esperienze di amministrazione popolare in età giolittiana: la giunta capitolina guidata da Ernesto Nathan. Insediatasi alla fine di novembre del 1907, essa rimane in carica per sei anni, segnando una tappa importante per l’affermazione di un nuovo modo di affrontare i problemi della città . Non poche delle questioni oggetto d’attenzione delle forze democratiche negli anni 1907-1913 avevano animato le discussioni consiliari nel periodo precedente. Ciò che mutò fu il modo di affrontarli, a partire dalla capacità di cogliere a pieno l’interconnessione fra le diverse emergenze cittadine, di pensare modernamente la città come problema globale ed elaborare così articolate strategie d’intervento.
Muovendo da questa prospettiva, i contributi raccolti in questo volume, frutto di una ricerca promossa e coordinata dalla Fondazione Einaudi di Roma in occasione del centenario dell’insediamento della giunta Nathan, indagano e riconsiderano alcuni aspetti cruciali dell’azione di governo della città del blocco popolare romano.