Il Presidente della Fondazione Einaudi a Impaginato: “In Italia è caduto il fantoccio di centrodestra/centrosinistra: manca un centro liberal-democratico”
Se fino a ieri in Italia c’erano semplici spazi per un’area lib-dem, oggi ci sono praterie sconfinate. Ne è convinto Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Einaudi, che coglie l’occasione della crisi di governo per ragionare sull’attuale quadro politico italiano, spaccato in due come una mela tra destra e sinistra e a cui manca un centro liberal-democratico. “Si tratta solo di coprire quell’area, ma se poi dovesse arrivare Cairo…”.
Ha ottimi contenuti. Non ne comprendiamo però i tempi, perché un manifesto di questo genere che viene esposto in piena crisi di governo da parte di chi dice di non aver ancora deciso, qualche perplessità me la lascia. Circa il merito sono tematiche condivisibili: si tratta di un imprenditore che sviluppa quei ragionamenti analiticamente e prende posizioni anche molto nette. Come su quota 100 e sul reddito di cittadinanza.
Il mantra della diminuzione della pressione fiscale è una promessa decennale in Italia, al pari di un migliore l’accesso al credito, del taglio del cuneo fiscale e di una riforma che tagli i tempi della giustizia. Perché questa volta dovrebbe funzionare?
Non solo ha fatto quelle proposte, ma anche di più: a differenza di tanti altri Cairo ha indicato anche dove andare a recuperare le coperture. Ad esempio il governo Pd-M5s nasce sulle tasse perché non sanno più dove andare a raschiare il barile. Osservo che da parte dei dem non vi è stata una sola parola sulla manovra: temo una nuova patrimoniale, così come fatto dal dopoguerra ad oggi.
Cosa l’ha colpita maggiormente?
Cairo ha fatto anche precisi riferimenti personali al suo excursus oltre che una battuta, non casuale, sul taglio dei taxi a La7 che incidevano per 500mila euro. Un’inezia, certo, ma il segno dell’imprenditore che vuole tagliare la spesa pubblica improduttiva.
Come intrecciare il manifesto di Cairo alla scissione di Calenda e alle strategie di Renzi?
Mi pare un po’azzardato immaginarli assieme, anche se in questo mondo tutto è possibile. A me pare che se Cairo decidesse di occuparsi della cosa pubblica con le idee che ha espresso nel manifesto allora diventerà un polo di attrazione, che poi porterà anche Calenda ed altri. Se non dovesse scegliere, allora si aprirebbero altri scenari. Aspettiamo comunque il 18 ottobre quando alla Leopolda Renzi dirà cosa intende fare. Dove andrà l’ex premier? Ancora oggi non lo so ancora. Ma i dubbi sono anche su Calenda.
In che termini?
Lui dice di voler restare nel Pse, ma se rompe su quel fronte programmatico come mai vi rimane? E’un’altra delle sue contraddizioni. Renzi invece va con l’Alde oppure no? Non dimentichiamo che questo governo è nato su una vicenda tutta europea, ovvero il voto per il nuovo presidente della Commissione, Ursula Von der Layen, isolando la Lega. E quindi può essere decrittato solo guardando ancora all’Europa, come dimostra la vicenda di Conte delle ultime ore. Cairo al momento non è ancora un soggetto politico, potrà diventarlo in futuro. Ma Renzi e Calenda, che players lo sono, dovranno chiarire queste contraddizioni su cui non c’è la sufficiente attenzione da parte dei media italiani.
Come vive il mondo liberale italiano il passaggio dal berlusconismo, al renzismo e oggi al possibile governo giallo-rosso?
Il mondo del liberalismo classico italiano non ha casa ormai dai tempi di Spadolini e Malagodi. Ma in questo momento c’è un interesse straordinario da parte di tanti giovani formatisi nelle migliori università italiane ed europee. Se fino a ieri in Italia c’erano semplici spazi per un’area lib-dem, oggi ci sono praterie sconfinate perché un governo (di sinistra, non di centrosinistra) c’è. Uso il termine sinistra con grande rispetto, intendiamoci. Però ciò che denuncio è la falsità tutta italiana del centrosinistra e del centrodestra. Non esistono più.
Cosa vede?
Solo destra e sinistra. Quindi all’Italia manca il centro di ispirazione liberal-democratica, che invece c’è in tutta Europa. Se c’è un aspetto positivo, tra i tanti negativi che verranno dopo la nascita di questo governo, è che finalmente è caduto il fantoccio di centrodestra e centrosinistra. Il primo è ormai a guida nazionalista, il secondo non è più il Pd renziano.
di Francesco De Palo, impaginato.it