Grazie all’accordo notturno le scuole saranno un albergo diurno, le tenebre della mediazione porteranno al diffondersi di altra impreparazione. Si fa ancora una pernacchia alla Costituzione e a quei cittadini che ancora s’ostinano a credere nel diritto, ma vuoi mettere la soddisfazione di vedere le forze di governo celebrare il sudato e nottambulo accordo? Purtroppo è una porcheria.
Da anni si va avanti, per coprire le cattedre vacanti, arruolando persone che non hanno mai fatto un concorso ma insistono nel ripetere che lo hanno vinto, avendo partecipato a quella roba sindacalese che sono i corsiconcorsi, ovvero un trucco cui s’è ricorsi per non fare i concorsi. Tutto ciò a detrimento sia del diritto dei lavoratori, sottoposti a continua indeterminazione e deprivati o del concorso o delle sue conseguenze, che di quello degli studenti, che dovrebbero trovare in cattedra chi ha qualche cosa da insegnare e non solo voglia di guadagnare. Quest’anno s’erano formati due fronti: quello del concorso subito, ma a crocette e quello del concorso mai, prendiamo ancora dalle graduatorie ad esaurimento dell’ignoranza e del ridicolo. Non se ne usciva. Finché, nottetempo, la genialata del presidente del Consiglio: si fa il concorso e non a crocette. Evviva! Bravo! Scusi, quando? Non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno. Il che, già da sé, indica la natura malaticcia dell’accordo. E come si fa per settembre? Si fa il contratto di un anno a un 35mila persone, prese dalle graduatorie.
A forza di utilizzare gli imbuti per far passare le cose dal buco piccolo, posizionando il grande all’imboccatura della bottiglia e meravigliandosi che la sola cosa a riempirsi sono le scarpe zuppe, si son ridotti a non capire il significato della loro mirabile soluzione: se quegli insegnanti sono bravi li hanno fregati, precarizzandoli ulteriormente, e se non lo sono hanno fregato i ragazzi, che perderanno un altro anno a esaurimento. Dopo di ché la scuola resta obbligatoria, l’ignoranza resta facoltativa e si creano nuove leve da cui attingere cotali governanti.