Il 7 Gennaio del 2016 moriva Valerio Zanone, faro del liberalismo moderno. Il direttore scientifico della Fondazione Luigi Einaudi, Corrado Ocone, ne traccia un breve ma sentito ritratto.
Ci manca Valerio Zanone. Per le sue battaglie, le sue idee, ma anche la sua cifra umana. Era un liberale che non si sottraeva alle battaglie del tempo, ma sapeva anche conservare una sorta di distacco dalle cose della politica che gli permetteva di volare alto con uno sguardo disincantato e una postura d’altri tempi. La sua cifra politica invece era torinese, ma più giolittiana che azionista. Aveva un alto senso della libertà, ma anche delle istituzioni in cui la libertà non può non incarnarsi.
Laureato in Estetica con Luigi Pareyson, conservò sempre una passione per gli studi filosofi con i quali alternava l’attività politica. Fu uomo di partito, sindaco, parlamentare, ministro, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, ma fu soprattutto un Maestro di vita e di libertà per i tanti, liberali e non, che ebbero la fortuna di incontrarlo sulla loro strada.